Arte italiana: 5 tappe tra musei e gallerie

Arte italiana: 5 tappe tra musei e gallerie da non lasciarsi scappare. Dal Museo Ca’ Rezzonico di Venezia alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

Arte italiana e le sue celate meraviglie disseminate per il Paese. Dal Museo Ca’ Rezzonico di Venezia alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, 5 tappe da non lasciarsi scappare.

Museo Ca’ Rezzonico: il museo del ‘700 veneziano

Acquistato dalla città di Venezia nel 1935 per ospitare le collezioni d’arte del Settecento, il Palazzo, cornice al Museo Ca’ Rezzonico, ha avuto una “vita” assai travagliata.

Passato da una famiglia nobiliare all’altra è solo nel 1750 che il palazzo viene acquistato dal nobile Gianbattista Rezzonico e portato a compimento.

Il nobile, infatti, affidò l’incarico di completarne la costruzione all’architetto Giorgio Massari che, in soli sei anni, realizza l’intero progetto iniziato tempo addietro da Baldassarre Longhena.

Il Museo Ca’ Rezzonico rappresenta una delle punte di diamante dei Musei Civici di Venezia.

Di enorme importanza è la collezione Collezione Mestrovich presente nel patrimonio museale dell’ente. La collezione ospita al suo interno opere di artisti quali: Iacopo Tintoretto, Bonifacio de’ Pitati.

Il Museo inoltre ospita opere del Canaletto e di Tiepolo che, insieme ad i sopracitati compongono la rosa di punta dell’ente.

Un percorso allestitivo che si sviluppa su tre piani e più di trenta sale, compreso il suggestivo Mezzanino Browning.

Museo del Cinema a Pennello nelle Marche

Unico nel suo genere, il Museo del Cinema a Pennello è “una realtà museale esclusiva in campo internazionale che lo rende unico al mondo”.

Nel cuore delle Marche, nella cittadella di Montecosaro, all’interno di un palazzo d’epoca, risiede il Museo del Cinema a Pennello. Ente che è di particolare interesse soprattutto perché conserva al suo interno capolavori dei più grandi illustratori manifesti cinematografici.

“Attraverso due piani comunicanti, su di una ampia e articolata superficie espositiva, i visitatori attraverso visite guidate possono ammirare i bozzetti originali disegnati per pubblicizzare sui muri delle strade i nostri appassionati sogni di “amori, lotte, intrighi, duelli, ritmi, gelosie, tormenti”. Una imperdibile occasione per osservare da vicino opere d’arte create per promuovere indimenticabili pellicole come Ombre rosse, Ben Hur, Il gigante, Quo vadis?, Don Camillo, I vitelloni, La grande guerra, C’era una volta il West, Un sacco bello…e tanti altri titoli che hanno fatto la storia del cinema”

Il Museo rappresenta un vero e proprio tesoro delle meraviglie per cinofili e tutti coloro che amano immergersi con un taglio pop alla collezione d’arte figurativa novecentesca italiana.

Il Museo infatti, “raccolta nel tempo con passione e competenza, in un ambiente spontaneamente ospitale, messa ora in mostra in un museo privato inaugurato da Claudia Cardinale. Gratificato dalla presenza di altri artisti come Abbe Lane, Marisa Allasio, Ornella Muti, Alice e Ellen Kessler, Gina Lollobrigida, Catherine Spaak, Lucio Dalla, Carlo Verdone, Giancarlo Giannini”.

Dalle Marche ci si sposta a Genova presso Palazzo Spinola e le meravigliose Gallerie Nazionali.

Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola a Genova

Il Museo statale di Genova è costituito dalle Gallerie Nazionali. Esso è collocato in un palazzo nobiliare di fine Cinquecento che si erge maestoso nel cuore del centro storico della città.

In una cornice così suggestiva (il palazzo è annoverato tra i 42 palazzi storici patrimonio dell’Unesco), tra gli affreschi di Lazzaro Tavarone, Sebastiano Galeotti e Lorenzo de Ferrari, gli arrendi e le sculture, risiede il patrimonio pittorico delle Gallerie Nazionali.

L’ente museale possiede l’onere o onore di tutelare e valorizzare dipinti di inestimabile valore. Annoverati tra gli artisti presenti nelle Gallerie infatti, vi sono artisti dal calibro di: Antonello da Messina, Luca Giordano, Guido Reni, Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto e Peter Paul Rubens.

La città di Genova è uno scrigno unico nel suo genere in Italia che custodisce e rafforza il patrimonio culturale italiano del Seicento e Settecento. Patrimonio che è possibile ammirare presso Palazzo Spinola.

Museo Borgogna di Vercelli

Il Museo Borgogna di Vercelli è uno degli esempi in Italia di come da Casa-Museo si è passati ad un Museo pubblico.

Nell’ottobre del 1908, dopo aver ottenuto il riconoscimento regio dell’ente morale l’anno precedente, il Comune e il Consiglio di Amministrazione presieduto dal nipote del fondatore, l’avvocato Francesco Borgogna e diretto dall’amico Vincenzo Laviny, decidono l’apertura al pubblico del piano terreno del museo “Geometra Francesco Borgogna”. Davanti al Museo viene posto il busto bronzeo di Antonio Borgogna, realizzato nel 1910 dallo scultore vercellese Francesco Porzio”.

Ha inizio così la storia di un Museo che vede riconosciuto il suo importante valore nel 2011 quando ottiene il riconoscimento regionale e la certificazione degli standard di qualità.

Ad oggi il museo, oltre che ospitare le collezioni provenienti dalla famiglia Borgogna, ospita “opere provenienti dal territorio vercellese e il primo piano viene aperto all’esposizione della pittura fiamminga e olandese e dell’Ottocento italiano e straniero”.

Ultima tappa del viaggio “insolito” nell’arte italiana è la Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

Galleria Ricci Oddi di Piacenza

Una delle più interessanti Gallerie d’arte moderna italiane è senz’altro la Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

La Galleria contiene la collezione privata d’arte moderna di Giuseppe Ricci Oddi. A lui si deve infatti la realizzazione dell’edificio che oggi si può ammirare.

Una ricerca iniziata da Oddi nel 1913 e che, rivelatasi fallimentare, conduce il nobiluomo a costruire da zero un edificio che potesse ospitare la sua collezione. A sue spese infatti, decide di edificare il Palazzo “sull’area dell’ex convento di S. Siro, terreno fornitogli gratuitamente dal Comune di Piacenza”.

Anche in questo caso ci si trova di fronte ad una storia personale, una storia di famiglia e passione per il collezionismo che conduce un privato a rendere pubblico il proprio patrimonio.

Nel 1931, infatti, viene inaugurata la Galleria Ricci Oddi ed inizia una storia che riserva soprese. Come quella avvenuta neanche poi così tanto tempo fa de “La storia del Klimt ritrovato”.

Per saperne di più: “La storia del Klimt ritrovato esce dalle sale della Galleria Ricci Oddi e riemerge nelle stanze di un laboratorio ultra-moderno”.