Hollywood Babilonia di Kenneth Anger

Hollywood Babilonia di Kenneth Anger “il più felice e amaro favolista del mondo di Hollywood” racconta il lato oscuro della celebre collina.

Hollywood Babilonia di Kenneth Anger rappresenta una piacevolissima lettura adatta, ancor di più, alla calura di questa estate 2022.

Ho sempre considerato il cinema come qualcosa di malvagio. Il giorno in cui è stato inventato è stato un giorno nero per l’umanità.

Kenneth Anger

Prima di “tuffarsi” su questa lettura è bene avere presente chi sia Kenneth Anger per poter comprendere criticamente il progetto Hollywood Babilonia.

Kenneth Anger: il controverso regista

credit: www.destroyexist.com

Kenneth Anger, nato il 3 febbraio 1927, è un regista, attore e autore sperimentale underground americano. Solito lavorare esclusivamente su cortometraggi, a partire dal 1937 ha all’attivo ben 40 opere, 9 delle quali raggruppate nel “Ciclo delle Lanterne Magiche”.

I suoi film mescolano elementi del surrealismo con l’omoerotismo e l’occulto. Per questo i suoi film vengono descritti come pellicole “erotiche, documentaristiche, psicodrammatiche e spettacolari”.

Anger è stato definito tra l’altro “uno dei primi registi apertamente gay d’America, e certamente il primo il cui lavoro ha affrontato l’omosessualità in modo non mascherato e auto implicante”, e il suo “ruolo nel rendere visibile la cultura gay all’interno del cinema americano, commerciale o altro […] impossibile da sopravvalutare”, con diversi film usciti prima della legalizzazione degli atti omosessuali tra adulti consenzienti negli Stati Uniti.

Molte sono poi le ricerche su temi occulti che ricorrono in molti dei suoi film, essendo egli stesso affascinato dal mago e poeta gnostico inglese Aleister Crowley (diventa ben presto un seguace di Thelema, la religione fondata da Crowley).

Nato da una famiglia presbiteriana cristiana della classe media a Santa Monica, in California, Anger in seguito affermò di essere stato un attore bambino apparso nel film “Sogno di una notte di mezza estate” (1935). Una delle tante inesattezze che cita all’interno di Hollywood Babilonia (smentita e reputata una bufala fatta circolare su se stesso dal regista).

Pare poi che iniziò a girare cortometraggi all’età di dieci anni, anche se il suo primo film a ottenere un riconoscimento, l’omoerotico Fireworks (1947), è stato prodotto solo un decennio dopo.

La natura controversa dell’opera ha portato tra l’altro il regista sotto processo con l’accusa di oscenità (successivamente assolto). Dopo questo episodio iniziò un rapporto di amicizia e di lavoro con il pionieristico sessuologo Alfred Kinsey.

Trasferitosi in Europa, Anger ha prodotto una serie di altri cortometraggi ispirati alla scena artistica d’avanguardia locale, come Rabbit’s Moon (pubblicato nel 1971) e Eaux d’Artifice (1953).

Ritornato negli Stati Uniti nel 1953, iniziò poi a lavorare a diversi nuovi progetti, inclusi i film Inauguration of the Pleasure Dome (1954), Scorpio Rising (1964), Kustom Kar Kommandos (1965) ed il libro di gossip Hollywood Babylon (1965). Quest’ultimo divenne famoso per varie affermazioni dubbie e sensazionalistiche, molte delle quali furono successivamente smentite, sebbene alcune rimangano leggende metropolitane.

Fatta questa premessa, ecco cosa si ha tra le mani quando ci si appresta a leggere Hollywood Babilonia V.1 e V.2 e cioè gossip puro, controverse dichiarazioni, bufale, scandali più o meno accertati che hanno come protagonista la collina più ambita d’America.

Hollywood Babilonia: Prima parte

Anger in questo libro fa notare quanto gli scandali, i fatti torbidi, i pettegolezzi, i suicidi, le perversioni, gli scivoloni, le morti hanno tutt’altro “sapore” a Hollywood. Da quei fatti “privati” vanno infatti a disporsi i pilasti che mantengono “luccicante ed affascinante” il mondo  dello star system, rendendo appetibili, vendibili, anche e soprattutto le oscurità dei professionisti del cinema (dai registi, agli attori ecc.).

Hollywood, Hollywood,
Hollywood favolosa,
Lussuosa, lussuriosa e ridicola,
Gloriosa e dolorosa,
Generosa e volubile,
Paurosa
e sfrontata,
Stralunata, festosa e terribile.
Ignobile, adorabile.
Pidocchiosa e meffabile.
Rozza. pazza. geniale,
Magica. tragica. illogica,
Fatale e provinciale,
Avida e splendida,
Viziosa e candida,
Hollywood portentosa,
Per metà buffonata
Ma per metà leggenda
Colorata, disperata. stupenda..
Hollywood!!
Don Blanding

Oggi, in realtà leggendo questo libro, si comprende come sia cambiata (forse in peggio) la macchina dello star system e “della svendita dell’arte in dollari” come disse qualcuno decenni prima descrivendo cosa fosse Hollywood ed il sistema che regge l’industria cinematografica americana.

Guidati da Kenneth Anger ci si avvicina a quello che rappresenta il “mito di Hollywood” e come il nostro tempo abbia alimentato storie di figure poi divenute leggende (si pensi a Marilyn Monroe, James Byron Dean ecc.).

Il tono è contraddistinto dallo spirito parodistico e pungentemente satirico del regista americano che non si fa problemi a “sparare a zero” su tutto e tutti alimentando già ai tempi dell’uscita controversie, smentite e discussioni urlate ai microfoni dei giornalisti che “sguazzavano beatamente” nelle acque stagnanti rimestate da Anger.

Dunque nel romanzo sfilano le grandi stelle del cinema americano che da Fatty e Hearst, da Chaplin a Valentino, da Von Stroheim a Mae West; ed ancora da Errol Flynn a Marlene Dietrich, da Lupe Velez a Robert Mitchum, da Lana Turner a Judy Garland, e tanti nomi ormai sepolti, vengono dipanate davanti agli occhi del lettore, fra episodi drammatici e dettagli oscuri, in immagini della loro vita “privata” che si mescoleranno per sempre a quelle della loro produzione artistica.

C’è infatti moltissimo materiale fotografico a corredo del testo ed una edizione ristampata da Adelphi che è possibile ancora reperire rispetto alla prima edizione italiana introvabile se non ai mercatini dell’usato armandosi di una certa dose di fortuna.

ELEFANTI BIANCHI: il dio di Hollywood esigeva elefanti bianchi e gli furono dati – otto mastodonti di gesso, appollaiati su piedistalli a megafungo, che sovrastavano l’immensa corte di Belshazzar, la Babilonia di cartapesta costruita ai margini della vecchia pista polverosa chiamata Sunset Boulevard. Griffith, il regista, nei panni di Dio, dominava dall’alto – un’altezza che non avrebbe mai più raggiunta – la Città dell’Illusione, sfrecciando in ascensore su per una torre di trenta metri, verso la macchina da presa, con un gigantesco megafono pronto per urlare alle moltitudini ai suoi piedi: “motore! azione!”, e dar vita a tutto quanto … L’Epoca dei Dubbi Splendori era cominciata

Perché una cosa è comunque certa a fine lettura, la caratteristica predominante del sistema di Hollywood, quello d’essere un animale che predilige carne quanto verdura: che cioè si nutre di TUTTO ciò che fa parte dei personaggi dell’Olimpo americano. Eroi classici? No! Delle persone le cui tragedie umane diventano farse, commedie nere per intrattenere il pubblico e che generano denaro che alimenta l’ambiente californiano.

Dunque anche il testo stesso non fa altro che alimentare questo stesso sistema. Del resto come si può non tener conto di una mossa commerciale, ad oggi neanche poi così geniale, per far soldi se non di un regista che “spettegola” sui colleghi ed il mondo in cui egli stesso vive, lavora ed alimenta con altrettanti scandali e pettegolezzi personali?

Ed è così dunque che anche Hollywood Babilonia entra a far parte della storia mitologica hollywoodiana che considera questo testo un “cult”.Una lettura cioè imprescindibile per comprendere il mondo decadente di Hollywood dell’epoca ed il fiorente nuovo sistema dell’ industria nera della collina (ultimo caso eclatante il processo Johnny Depp e Amber Heard).

Un libro così riuscito da comportarne una seconda parte, ossia un secondo volume che inchioda, questa volta altri “grandi nomi” della scena cinematografica americana e che suggella la Storia di Hollywood  come la più affascinante mitologia del XX secolo.

Hollywood Babilonia: Prima seconda

Il regista “più mostruoso dell’underground” ritorna sulla collina amata ed odiata da tutto il mondo per continuare ad approfondire ed analizzare il luccicante e brutale mondo hollywoodiano.

Dopo una pausa infatti Anger decide di tornare in libreria il 6 settembre del 2000 aprendo il nuovo millennio con un “supplemento di chicche e chiacchericcio o, forse meglio, un supplemento di storia segreta del cinema” che alimenta la “nuova mitologia hollywoodiana”.

Critiche e riflessioni: il rosso sangue che si tramuta in bigliettoni verdi. Il macabro miracolo hollywoodiano

Si può leggere Hollywood Babilonia in due modi: come una lettura divertente, leggera, spassosa per intrattenersi al pari di una serie tv o di un film, oppure lo si può leggere entrando in una ottica critica e riflessiva al testo. Infatti più che parlare di cinema come un qualcosa di demoniaco (il testo è inserito nel genere saggio) sarebbe stato più “utile” che l’autore/regista, avesse approfondito proprio l’aspetto economico, e cioè le dinamiche che molto spesso conducono alla rovina non solo l’ambiente ma anche e soprattutto giovani attori che molto spesso vengono manipolati da agenti per “rispettare” le mode del momento (ovviamente senza cadere in generalizzazioni sterili e controproducenti alla riflessione). Insomma un parallelismo con i problemi che socialmente affliggono la nostra contemporaneità e che inevitabilmente Hollywood, da cartina tornasole, espone.

Alla luce degli ultimi “scandali” di Hollywood la riflessione che emerge, rafforzata da una lettura che solo nello stile può apparir datata, è lo star coltivando un tipo di fruitore “assetato di sangue” che ride delle disgrazie altrui per staccare la spina dalle proprie.

Del resto non è lo stesso Kenneth Anger ad aver scritto come un’osservatore “diretto” assetato di sangue altrui? Non è forse sul sangue altrui che si compie il miracolo macabro hollywoodiano? Non è forse per questo che detestiamo ed amiamo Hollywood?

Specchietto per approfondire

Storia e storie del cinema americano

Il cinema americano classico

Il cinema americano attraverso i film