Vico Esclamativo. Voci dal Rione Sanità

di Myriam Leone

Vico Esclamativo. Voci dal Rione Sanità di Chiara Nocchetti pubblicato da Edizioni San Gennaro.

Vico Esclamativo. Voci dal Rione Sanità di Chiara Nocchetti è stato un lascito di un booktoppista di passaggio presso la sede associativa. Di fatto il volume è andato ad arricchire il patrimonio librario ed ha permesso a me di leggerlo. Ma facciamo un passo indietro.

Esperienza di lettura

Delle volte accade. Basta un incontro, un momento, anche un singolo minuto e accade. Un piccolo miracolo.

“Ragazzi, questo mese lo dedichiamo a Napoli. Chi vuole può dare un suo contributo nelle tre sezioni. Qui in sede abbiamo dei testi… vedete un po’!”

Silenzio. Mi capita, per caso (o per scelta?) questo piccolo libricino nero. È sottile, con una copertina “strana”. Mai sentito prima. “Vico Esclamativo”. Mh, che titolo strano, penso subito. Poi lo sfoglio… e lì capita qualcosa. Il susseguirsi delle pagine mi cattura, così decido di leggere almeno la prefazione.

Primo colpo. “Ragazzi, questo lo leggo io e se volte ci scrivo pure”. “Certo va benissimo”.

È così che è avvenuto l’incontro. Che cosa strana, anche questo libro parla di incontri. Di come 24 storie di dolore, sacrificio, bellezza e vita si scontrino con la realtà.

Il punto esclamativo si utilizza per “segnalare un tono enfatizzante di sorpresa, forti sensazioni o grida.” Ed è questo quello che trasmettono le storie di questo libro. Sorpresa, forti sensazioni e grida… Persone che fanno parte di una cooperativa si è occupata e si occupa di uno dei più importanti siti archeologici di Napoli: le catacombe di San Gennaro. Persone che hanno speso tempo e amore per curare e accogliere chi era più in difficoltà. Persone che erano accomunate dalla polvere della tristezza e del degrado ma che hanno saputo “restaurarsi” e rinascere.

24 storie. 24 voci che, grazie all’autrice Chiara Nocchetti prendono vita. Li senti, fanno quasi un gran casino. C’è Salvatore, che ha imparato a piangere. C’è Enzo, in cerca del suo mare sulla terra oppure Raffaele, che riscopre la potenza del perdono.

Sono storie di vita vera, di cambiamenti di rotta, di rinascita e di forza. Sono cicatrici di un quartiere di Napoli che ha avuto il coraggio di far nascere fiori in mezzo al letame.

Storie che vengono paragonate a pietre scartate. Gli scarti, le cose che non servono, che sono troppo da sopportare, le lasciamo andar via, come piccoli aquiloni nel vento feroce del “è così, non cambierà mai nulla”.

Nelle piccole cose, nei piccoli gesti, la bellezza.

Niente… le parole finiscono davanti alla lettura di queste poche e meravigliose pagine. Finiscono e lasciano pensieri. Davvero si può cambiare, davvero ci si può affidare a qualcuno che vuole scommettere su di te, sulla tua vita, sui tuoi talenti, nonostante l’ambiente che ti circonda è fatto di terrore e vomito. Davvero possiamo vedere la bellezza in tutto, l’arte nella sua forma più bella.

Queste storie parlando di riscatto, e queste persone sono gente di un popolo che piange e merita di essere ascoltato, accolto. Oggi sono fondatori di associazioni, guide turistiche, responsabili. Ieri erano scarti.

Perché leggerlo? Perché tramite queste righe possiamo ascoltare Enzo, Salvatore, Valeria, Francesco, Susi, Gina, Antonio, Carmine, Raffaele, Carlo, Lello, Miryam, Antonio, Gianni, Nando, Marta, Amara, Andrea, Calimero, Gaetano, Susi. Le loro storie ci dimostrano che davvero basta un incontro, un momento, anche un singolo minuto e accade. L’amore. La vita. Un piccolo miracolo.