L’ARTE E’ FEMMINA: ASTRATTISMO RUSSO

Il viaggio nell’astrattismo russo inizia dalla provocazione L’ARTE E’ FEMMINA!

In un contesto artistico/culturale nel quale le donne fanno ancora fatica ad emergere rispetto ai colleghi uomini, addentrarsi nella varietà di gruppi d’artisti russi nella prima metà del XX secolo e scoprire che le donne svolgevano un ruolo di primo piano, di traino e leadership, è un monito per l’oggi che arriva dallo ieri.

ASTRATTISMO RUSSO

Olga Vladimirovna Rozanova by M. P. Koreneva in Vladimir, ca. 1900

Olga Vladimirovna Rozanova, Non-objective composition, 1916 (Fonte: awarewomenartists.com)

Ljubov’ Popova, “Architettonica”, 1917 (Fonti: wikiwand.com; sartle.com)

La Russia della prima metà del XX secolo è un paese estremamente fervente di vita culturale, caratterizzata dall’attività artistica di una moltitudine di movimenti artistici e gruppi. Intellettuali, letterati e musicisti convergevano all’interno di questi gruppi creando una sinergia tra le varie discipline artistiche creando uno spazio di libertà creativa mai visto, all’interno del quale le donne avevano un peso importante. Per esempio l’intervento energico di Aleksandra Ekster (nello stesso decennio succede lo stesso all’interno del contesto delle Bauhaus).

Aleksandra Ekster, “Colore Costruzione” (1912), “Construction”(1922-23) oil on canvas         (Fonti: johnfreedmanarchive.wordpress.com; wikioo.org; thecharnelhouse.org)

Se si considera inoltre che fino alla fine del XIX secolo le donne non potevano iscriversi alle Accademie e non potevano intraprendere una vera e propria carriera autonoma, se non sotto la protezione di un uomo, di cui erano al massimo collaboratrici o assistenti, è una vera e propria rivoluzione culturale. Un cambio di status quo da una situazione di sudditanza e di inferiorità ad una progressiva emancipazione sociale delle donne, che possono finalmente esprimere le proprie doti e realizzare in piena libertà le proprie aspirazioni.

Ecco allora che grazie a questo nuovo equilibrio, Elena Guro influenza notevolmente il marito Matjušin nella sua visione organicistica dell’arte, che artiste dal calibro di Ljubov Popova, la Udaltsova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova e la Ekster, irrompono nel mondo artistico riuscendo ad essere tra le personalità di spicco dell’astrattismo russo.

Nadezhda Udaltsova, “Composition 12V”, 1916; Foto di Nadezhda Udaltsova, 1934 (Fonti: artbasel.com; wikipedia.org)

Varvara Stepanova, Fabric Design, 1924. Private Collection © Aleksandr Rodchenko and Varvara Stepanova Archive, Moscow (Fonti: pinterest.it; design-is-fine.org)

Ad accomunare soprattutto la Popova, alla Rozanova, alla Udaltsova e alla Ekster è l’aver collaborato alla rivista di Malevic “Supremus”.

Kasimir Malevic, Suprematismo. Bari, De Donato, 1969. In-8, brossura editoriale, pagine 271. Illustrazioni in bianco e nero (Fonte:  libreriadifrusaglia.it)

Suprematism: 34 Drawings, Unovis, Vitebsk 1920 (Russian Edition), 124 pages (Fonte: amazon.com)

Rivoluzione e Arte

Il contesto storico nel quale si muovono gli artisti è fondamentale per capire la produzione artistica, i messaggi celati o esposti in maniera diretta su tela.

La rivoluzione russa svolge un’azione ambigua nei confronti dell’arte e dunque degli artisti. Da un lato infatti i dirigenti comunisti invogliano e stimolano verso la ricerca artistica ma dall’altro lato intervengono pesantemente qual ora hanno l’impressione che gli artisti si allontanino dalle linee direttive da loro impartite.

Il filo rosso che porterà, nel 1930, moltissimi artisti a suicidarsi oppure scappare dal paese è segnato da alcune date importati.

Nel 1918 il Commissariato per l’educazione popolare istituisce l’IZO, il dipartimento di belle arti, con lo scopo di riorganizzare la vita artistica del paese. Tra i membri del consiglio ci sono anche Kandinskij, Altman, Tatlin, Rozanova e il critico d’arte Nikolaj Punin.

Tra il 1920 ed il 1921 viene poi creato l’INKHUK, istituto di cultura artistica e tutta una serie di riforme strutturali vengono fatte per quanto riguarda le Accademie e i dipartimenti di discipline artistiche. Tutto questo per rendere organico un contesto di fervore culturale dislocato in diversi movimenti e gruppi. Tutto questo porta però ad una sempre meno libertà espressiva.

Wassily Kandinsky (terzo da destra) e altri membri dell’INKhUK, Mosca, ca. 1920 (Fonte: monoskop.org)

Con la salita al potere di Stalin, appare poi chiaro che per gli esponenti delle avanguardie non sarà più possibile esprimersi liberamente. La creatività e l’azione artistica viene sempre più sottomessa alle ragioni politiche, fino ad essere imbavagliata e soffocata dalle nuove direttive.

Quando anche l’Associazione degli artisti proletari teorizza il dovere dell’arte di porsi al servizio dell’ideologia di partito e nel 1934 viene imposto il Realismo socialista, alle cui norme bisogna attenersi se si vuole far parte dell’Unione degli artisti e dunque percepire uno stipendio, appare evidente che tutto quello che era stato costruito grazie al fervore intellettuale e creativo dapprima delle donne e poi degli artisti e colleghi uomini, cessa di esistere. Lo stesso Majakovskij si uccide.

TO BE CONTINUED…

 

Mariachiara Leone

Fonti 

Contenuti: La Biblioteca di Repubblica, collana: “La Grande Storia dell’Arte” vol. 17 

Immagini: artbasel.com, sartle.com, johnfreedmanarchive.wordpress.com, lesignoredellarte.wordpress.com, wikipedia.org, pinterest.it, thecharnelhouse.org, zone47.com, awarewomenartists.com, design-is-fine.org, libreriadifrusaglia.it, amazon.com

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