Sceneggiatori di kdrama: la scrittura incontra la tv

Sceneggiatori di kdrama: la scrittura incontra la tv. Viaggio nel mondo degli sceneggiatori sud coreani. Da Kim Eun-sook  a Jin Soo-wan.

Sceneggiatori di kdrama i “famosi sconosciuti” che “muovono i fili” di storie entrate nell’immaginario collettivo mondiale.

Nella realizzazione di serie tv ci si concentra poco sul team di sceneggiatori il cui lavoro è fondamentale al fine di rendere “perfetto” un prodotto seriale pop (esso sia asiatico, europeo, americano ecc).

Scrittori che hanno fatto la storia dei Kdrama: da Kim Eun-sook a Jin Soo-wan

Non si può introdurre un discorso legato alla scrittura per la tv sud coreana senza introdurre la migliore scrittrice che il Sud Corea abbia: Kim Eun-sook.

Kim Eun-sook:

Kim Eun-sook è “la signora dei kdrama”. Ogni progetto che realizza è un successo di critica e pubblico (anche estero). 

Questa scrittrice formidabile è ultimamente all’opera sulla sua nuova storia “The Glory” (top secret con la sola notizia che ad essere stata chiamata ad interpretare il personaggio femminile, ancora una volta, c’è la fenomenale Song Hye-kyo).

Moltissimi amanti dei kdrama conosceranno senz’altro i suoi maggiori successi come: Descendant of the sun, Goblin, Mr. Sunshine e The king: Eternal Monarch.

Ma chi è Kim Eun-sook e  perché è considerata la migliore nel settore.

Kim Eun-sook, classe 1973, a partire dal 2003 inizia a lavorare assiduamente per la SBS come sceneggiatrice.

I suoi primi lavori: South Of the Sun, Lovers in Paris, Lovers in Prague, Lovers, On Air e The City Hall.

Dal 2003 al 2009, la scrittrice lavora ad una serie di progetti che le valgono i primi interessi da parte del pubblico sud coreano e di altre reti televisive che iniziano a seguire i suoi lavori.

Nel kdrama South Of the Sun (A sud del sole), la scrittrice si concentra su una storia drammatica tra l’ex detenuto Kang Sung-Jae ( Choi Min-Soo ) Jung Hyeon-Hee ( Choi Myoung-Gil ), una ragazza apparentemente felice che nasconde però un profondo “buio interiore”.

I due, complice una lettera, iniziano a frequentarsi fin quando a comparire sulle scene non sarà l’ex fidanzato di lei.

Nel suo primo lavoro si intravedono quelli che saranno gli ingredienti del suo successo.

A questo suo primo progetto, succede poi una serie  che dimostra il suo interesse nei confronti della sfera internazionale ed i rapporti del suo paese con ambasciate straniere. 

Love in Paris, si concentra su una serie di personaggi tra cui: una studentessa ed un presidente con un divorzio alle spalle che a Parigi dirige l’azienda GD Motors. Insieme cercano di vivere in ambienti complessi dove l’errore si paga a caro prezzo e l’amore tra “due come loro” non è così ben visto.

Tra gli attori a comporre il cast c’è un giovanissimo Lee Dong-Gun.

In Love in Prague e Lover, la scrittrice compie un’ulteriore salto in avanti, portando due storie su schermo molto più complesse e con personaggi che si svincolano dagli stereotipi tipici del genere romance.

Trama:

 Jae-Hee (diplomatico) e Sang Hyun (detective della polizia) devono lottare per vedere se l’amore iniziato a Praga può “continuare” nonostante la loro complessa situazione in Sud Corea (ex che ritornano, la figlia del presidente sud coreano ecc) e la differenza di classe sociale.

Trama:

Una storia corale di vari personaggi che ruotano attorno alle vicende della coppia principale Mi-ju e Kang-Jae. Matrimoni combinati, drammi familiari, crisi personali e tutte le contraddizioni di un Paese fin troppo dedito ad apparire “lindo e pulito”( soprattutto nel mondo degli affari).

I suoi ultimi lavori “On Air” e “The City  Hall” per la SBS confermano il suo incredibile “sviluppo in crescendo” della qualità di scrittura.

credit: HanCinema

Trama:

Commedia corale che vede come protagonisti: Jang Ki-joon (un manager che rischia la bancarotta perché non riesce a competere con altre potenti agenzie) e l’attrice Oh Seung-ah (che lo ingaggerà come agente salvandolo dalla banca rotta).

Intorno a loro ruotano poi i personaggi di: Lee Kyung-min (un produttore di drama alla sua prima prova come regista) e Seo Young-eun (una sceneggiatrice molto ricercata, divorziata e con un figlio piccolo) che per una ricerca sul suo nuovo progetto visita una struttura psichiatrica.

Le vite dei quattro si incroceranno quando…

Trama: 

Shin Mi-rae  è una donna trasandata che lavora come  funzionario pubblico di basso rango.

Dal portare caffè, la sua carriera compie un balzo quando vince un concorso di bellezza locale, diventando addirittura sindaco.

Cattura l’attenzione del carismatico politico Jo Kuk (aitante uomo con un passato doloroso e l’ambizione di diventare un giorno presidente del Paese).

Una commedia a tratti amara che ancora una volta dimostra tutte le contraddizioni di un sistema paese quale il Sud Corea.

Entrambi i kdrama riscuotono successo di audience in Sud Corea ed un discreto successo in altri paesi asiatici. 

Ma è con “Secret Garden” e “A Gentleman’s Dignity” che la scrittrice ottiene un successo senza pari che la inserisce definitivamente tra le più richieste per la realizzazione di sceneggiature di serie tv.

In questo caso ci troviamo di fronte ad una commedia sud coreana che ha molto del sapore delle commedie romantiche americane ma con una netta differenza: vuole far riflettere soprattutto il Sud Corea sul ruolo della donna nella società coreana; sull’uomo che dovrebbe provare a “mettersi nei panni della donna” anche solo per un giorno.

 Lui apparentemente ricco e viziato, lei stuntman nel mondo dello spettacolo. Si ritroveranno a vivere le vite l’uno dell’altro innescando una serie di equivoci, scene esilaranti ma anche picchi di drammaticità come difficilmente se ne vedono nei kdrama di quegli anni.

Scene che sono diventate iconiche nel mondo delle serie tv sud coreane (costumi un po’ meno) e con un cast di primissimo ordine ( Hyun-Bin- Crash landing on you– Ha Ji-Won- Chocolate).

Nel 2012, Kim Eun-sook regala al mondo dei kdrama quel gioiello che è A gentleman’s dignity.

Un gruppo di amici non più giovanissimi alle prese con problemi legati alla loro età e rapporti amorosi altalenanti. 

Una serie tv che, da una parte  “rompe” il tabù sul gap legato all’età all’interno di una relazione, dall’altra pone l’accento sulla situazione delle madri single in Sud Corea.

Una delle coppie che compongono l’affresco di personaggi del drama infatti è composto da una ragazza giovanissima ed un uomo rimasto vedovo molto più grande di lei.

Tra le storie che si avvicendano all’interno della commedia la più interessante da seguire è sicuramente quella sopracitata.

Problemi culturali, di codice sociale a cui si aggiunge che questo personaggio femminile è la sorella minore del migliore amico di uno dei personaggi maschili principali che compongono il quartetto.

La triade perfetta: Descendants of the sun, Goblin, Mr Sunshine

Nel 2016, la scrittrice firma il suo capolavoro, un kdrama amato da tutto il mondo: Descendants of the sun.

“Io sono un dottore. La vita ha una dignità e penso che niente valga più di quella dignità ma la tua battaglia consiste nel salvare vite attraverso la morte di altri!”

” Sono un soldato. Il motivo per cui faccio questo lavoro è che è qualcosa che qualcuno deve fare, e io e la mia famiglia, la dottoressa Kang e la sua famiglia e tutte le persone importanti per quei parenti… è perchè credo che il mio lavoro proteggerà la libertà e la pace di questa Nazione dove vivono queste persone!”

Se si dovesse riassumere questo capolavoro in una unica parola allora essa sarebbe RETTITUDINE.

Confine tra le due Coree. Yoo Shi Jin è il capitano delle Forze Speciali sudcoreane alle prese con una missione delicata in campo neutrale. Intanto, a Seul, Kang Mo-Yeon, una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale di Haesung, combatte insieme ai suoi colleghi per salvare vite.

Altri personaggi vitali per la narrazione sono: il collega/amico di Shi Jin, Dae Yeong che ha una relazione con la soldato/dottoressa Yoon Myeong-Joo (secondo personaggio femminile del cast principale- figlia dal generale dell’esercito).  Ed il generale, padre di Myeong-Joo che contrasterà la loro storia d’amore.

I due soldati, in licenza dopo l’ultima missione al confine con la Corea del Nord, sventano una rapina ferendo e prestando al tempo stesso soccorso al ladro (personaggio che nel corso della serie riserverà non poche sorprese).

In questa occasione Shi Jin conoscerà la dottoressa Kang Mo-Yeon e fra i due si svilupperà un’intesa speciale. Cominciano a frequentarsi, ma a causa delle rispettive professioni sono costretti a separarsi. Si incontrano otto mesi dopo in circostanze che non è dato svelare dando avvio ad una delle più belle storie mai concepite da mente umana.

Entrambi i personaggi principali sono forti individualmente, con le spalle larghe, con il peso delle responsabilità, di relazioni fallimentari (per la prima volta non troviamo un passato in comune, dove i due conoscendosi fin da piccoli sono “predestinati” a stare insieme) e con ambizioni lavorative (soprattutto per il personaggio di Kang Mo-Yeon).

Altra forza della sceneggiatura sta sicuramente nel saper rendere molto bene la delicata situazione diplomatica tra le due Coree e tutto ciò che implica militarmente la questione dell’essere un soldato di una nazione ancora divisa.

Seppur una serie TV essa può essere un’incentivo ad informarsi (in altre sedi è chiaro) sulla “faccenda Coreana” che tanto sta facendo discutere il mondo in questo periodo.

Tutto quello che la scrittrice introduce e sviluppa in Descendant of the sun lo trasporta, alzando ancora una volta l’asticella, nel genere fantasy, utilizzando una figura mitologica cara ai sud coreani: il Dokkaebi.  Nasce il kdrama Guardian: The Lonely and the Great God (Goblin).

Questa è una storia mascherata da commedia romantica fantasy.

La sceneggiatrice infatti usa l’elemento “irreale” presente nella storia come chiave/mezzo per raccontare i sentimenti umani. 

Dall’amore all’amicizia, dalla morte alla reincarnazione, dalla disperazione alla gioia, tutto è in funzione di un disegno più grande.

Seul 2016, Kim Shin (personaggio principale interpretato da Gong Yoo- Coffee Prince) ha bisogno di trovare una moglie umana per poter porre fine alla sua vita da immortale (abbandonate l’dea romantica di due ragazzi sposati per “caso” perché questa è tutt’altro che una storia d’amore canonica).

Egli infatti è un Goblin, un Dio che prima di diventare tale aveva vissuto da umano come generale imbattuto di Goryeo (il conto di quanti anni abbia all’anagrafe è…).

La serie catapulta più volte lo spettatore nell’arco temporale in cui Kim Shin viveva da umano, presentando personaggi e vicende imprescindibili per capire il presente che viene narrato e soprattutto il motivo per il quale egli voglia morire.

Caso vuole che nel frattempo il Cupo Mietitore (Lee Dong Wook), affetto da amnesia, diventi affittuario, per mano del nipote (interpretato dall’Idol Yook Sungjae) del segretario di Kim Shin, proprio della casa del Goblin.

Tra i due inizia così una bizzarra convivenza attorno alla quale ruoteranno le vicende di altri personaggi primo fra tutti Ji Eun-Tak (interpretata da Kim Go Eun).

Una ragazza (diciannovenne) che seppur con enormi difficoltà, date soprattutto dalla sua “capacità” paranormale di vedere gli spiriti (anime di defunti con dei conti in sospeso e che vagano in un limbo aspettando di “passare oltre”), ha un carattere forte ed un’amore incondizionato per la vita. Avrebbe infatti, mille motivi per disperare e piangere in continuazione ed invece regala sorrisi a destra e manca, fa battute (anche discutibili) ed è molto solare, tanto da diventare il vero e proprio personaggio “positivo” della serie.

Oltre alla caratterizzazione mostruosa dei personaggi, molto del successo della serie è dovuto alla chiarezza con la quale vengono messi insieme: elementi della tradizione folcloristica coreana, che rappresentano l’elemento fantasy, e scene divertenti e riflessive così vere da far male.

L’errore in cui si poteva incappare,  che poi è capitato ad altri drama (es. quel disastro di Bride of the Water God), è quello di rendere caotico e poco chiaro il tutto, creando un’impasto di scene in successione senza senso. C’è molta carne a cuocere in questa serie che va dalle due storie d’amore alla ricostruzione storica di Goryeo; dall’ aspetto religioso (che comprende anche il Dio cristiano) alla “faccenda” ostica della reincarnazione per finire poi al dover saper dosare scene che rappresentano i picchi drammatici della narrazione ( i casi delle anime da far “passare oltre”).

Se, come già detto, per altri drama l’inserimento di troppi elementi da gestire sarebbe stato un “buco nell’acqua” ( non me ne vogliano tutti coloro che invece hanno apprezzato il drama Bride of the Water God), qui a tenere tutto insieme è la lucidità di scrittura di Eun- Sook che con occhio chirurgico sa esattamente come gestire la giostra sul quale si trova a salire il telespettatore.

Non c’è spazio per buchi di trama, cose non spiegate, situazioni rimaste “appese” come lenzuola. Ci si trova di fronte ad un cerchio geometrico perfetto. Tutto si chiude, nulla viene lasciato al caso.

E se tutto ciò non ha incuriosito a tal punto da recuperarla in streaming su Viki, ci pensa l’elemento dell’ironia macabra dell’essere “amici” della Morte (che filosoficamente è tutto un progetto). Essere cioè intimamente connessi alla cosa che più ci fa paura al mondo, che viene rappresentato in maniera impeccabile dal rapporto tra la protagonista femminile ed il Cupo Mietitore e da alcuni dialoghi tra quest’ultimo ed il Goblin. 

C’è poi il kdrama Mr.Sunshine che chiude il ciclo narrativo iniziato con Descendant of the sun.

Un progetto di scrittura i cui perni sono due: FEDE e PATRIA.

Nel 1871, durante una spedizione militare degli Stati Uniti a Joseon (Corea del Sud), un ragazzo originario della regione si imbarca su una nave da guerra stelle e strisce diretta in America sfuggendo così all’incidente Shinmiyangyo (tragico episodio che costò la morte di moltissimi coreani per l’errore statunitense). 

credit:wallpapercave.com

Nel 1905, ormai adulto, torna nel suo paese di origine come soldato del reggimento americano posto proprio a Joseon e si innamora di una donna aristocratica della famiglia leader spirituale del luogo. 

Altri personaggi intrecceranno la propria vita a quella dei protagonisti tra cui Goo Dong-Mae, figlio di un macellaio che fugge dalla sua patria rifugiandosi in Giappone in cerca di una nuova vita e che, descritto come un personaggio tragico, si innamorerà della giovane aristocratica Kim Tae-ri ( altro personaggio femminile della serie ) rischiando tutto pur di amarla; ed un certo Byun Yo-Han, presentato come un’infantile playboy dal cuore caldo che creerà non poco caos all’interno delle vicende e forse un triangolo amoroso tutt’altro che scontato.

Il suo ultimo lavoro poi, The King: Eternal Monarch, ci presenta una situazione anacronistica.

Cosa sarebbe successo se la Corea non si fosse divisa tra Corea del Sud e Corea del Nord.

Affronta ancora una volta un tema a lei caro e lo fa ancora una volta utilizzando l’escamotage narrativo del genere fantasy. 

Nel cast ancora una volta sceglie di collaborare con l’attrice Kim Go Eun mentre per il personaggio maschile si affida all’attore più famoso e pagato della sua generazione: Lee Min-ho.

Se c’è una scrittrice che più si è spesa nel rendere al meglio su schermo criticità, problematiche ma anche meraviglia e pregi della Corea quella è Kim Eun-sook.

A questa grande penna della serialità sud coreana va poi affiancata l’altra “regina” di serie di successo, Jin Soo-wan.

Jin Soo-wan: 

Se c’è una penna che può dirsi al pari di Kim Eun-sok è quella di Jin Soo-wan.

 La scrittrice dei “popular dramas”: The Moon Embracing the Sun, Kill Me Heal Me e Chicago Typewriter

La carriera della scrittrice ha inizio nel 2000 quando firma per la KBS il kdrama Snow Flower

Sun-hee soffre di Retinite Pigmentosa e sta perdendo la vista lentamente. Lavora al ristorante fusion ed ha una “cotta ” per il suo capo.

Tae-bin è invece il proprietario del ristorante. Un playboy incallito di cui si innamorerà Sun-hee.

Alla storyline principale si aggiungono poi le storie di un veterinario e di altri personaggi che rendono questo kdrama tra i progetti per tv meglio invecchiati che compie ventuno anni dall’uscita.

Gli anni 2001 e 2002 sono poi dedicati alla stesura della serie School4, mentre, dal 2004 al 2007 si dedica ai kdrama: My 19 Year Old Sister in Law e Scandal in Old Seoul.

Trama:

Han Yoo-min è una diciannove che vive insieme al fratello adottivo Kang-pyo.

Kang Min-jae è un dottore che da tempo cura suo fratello e di cui Yoo-min si innamora a prima vista.

Le cose si complicano quando Min-jae vorrebbe che Yoo-min si finga la sua fidanzata per impedire a sua madre di combinare il matrimonio tra lui e la figlia di un magnate. 

Yoo-min accetta di aiutarlo per avere la possibilità di frequentarlo essendone innamorata. Si trasferisce per cui in casa di Min-jea ma…

L’uomo non sa né che la ragazza sia la sorella del suo paziente né che sia una diciannovenne…Cosa accadrebbe se si scoprisse l’età della ragazza, il gap tra i due e soprattutto che ella sia la parente di un suo paziente?

Trama:

Le storie d’amore che si dipanano nel corso della serie hanno come cornice storica la Seoul degli anni’30 (resistenza sud coreana ai filogiapponesi in un periodo per la nazione fondamentali ai fini dell’Indipendenza).

Seon Woo-wan è un famoso playboy   mentre Woo-wan è un ragazzo sicuro di se, laureatosi in Giappone che si contende il primato nel sedurre donne con Seon Woo-wan in città. 

Yeo-kyung è invece una donna elegante che ha ricevuto un’istruzione avanzata ma valori morali premoderni.

L’incontro tra i tre genererà…

Due serie tv seguitissime dal pubblico sud coreano e tra i più ricercati dagli occidentali in fatto di recupero di “vecchi kdrama”.

Ma è il successo di The Moon Embracing The Sun (e le serie tv Kill Me Heal Me Chicago Typewriter) a consacrarla nell’olimpo degli scrittori più acclamati in patria.

Nel cast di The Moon Embracing The Sun, sono presenti  volti molto noti agli amanti di kdrama e che invece i neofiti riconosceranno per progetti come:  It’s ok to not be ok, Cinderella and four knights e Moonlight Drawn by Clouds.

Figurano intatti in questa serie grandissimi attori all’epoca giovanissimi: Kim So-hyun,  Jung Il-woo, Yeo Jin-goo e  Kim Soo-hyun. 

Un kdrama in costume che la scrittrice firma con la MBC e che tratta la storia d’amore tra il re Lee Hwon e la sciamana Wol.

Intorno alla coppia, una serie di personaggi accrescono la narrazione corale tra segreti, sotterfugi e drammi di palazzo presso la corte del re. 

Questo è forse il kdrama storico più riuscito dopo quello epico rappresentato dal famosissimo Empress Ki (dove compare un giovanissimo Ji Chang-wook ).

La scrittrice gestisce alla perfezione le dinamiche tra i personaggi all’interno della cornice storica. Luoghi, costumi e linguaggio nei dialoghi si conformano alla perfezione con il periodo storico scelto per la narrazione.

Ed è con questo progetto che inizia ad essere “corteggiata” da reti televisive e seguita da milioni di “fan”. 

Ma dal 2012 (anno dell’uscita dello storico in costume) passeranno ben tre anni prima che la scrittrice regali al mondo della serialità sud coreana un capolavoro : Kill Me Heal Me.

Ed ancora, ci vorranno due anni di intenso lavoro di ricerca e revisione di un suo precedente lavoro, Scandal in Old Seoul, affinché la scrittrice renda giustizia alla sua patria con quel gioiello che è: Chicago Typwriter.

Due capolavori: Kille me heal me e Chicago Typewriter

Con Kill Me Heal Me, Jin Soo-wan arriva a livelli altissimi di scrittura, di temi trattati e soprattutto di perfetta commistione tra il genere commedia esilarante e genere drammatico.

Accennare anche solo brevemente alla trama potrebbe essere fonte di spoiler a partire proprio dal personaggio maschile principale intorno cui ruotano un uomo ed una donna che diventeranno fondamentali per la vita e la sopravvivenza stessa, psicologica ed umana, del personaggio di Seo Yi-An.

La scrittrice in questo kdrama affronta il tema della sanità mentale accompagnando per mano lo spettatore all’interno dell’ambito psichiatrico di un policlinico medico del Sud Corea.

Con un cast di grandi star della serialità e del cinema sud coreano (Ji Sung,Hwang Jung-Eum, Park Seo-Joon), la scrittrice sigla il suo essere una delle migliori penne che la penisola dell’Estremo Oriente abbia in arsenale.

Nel 2017, dopo un silenzio di due anni, Jin Soo-wan firma con la Tvn il progetto che tra i suoi scritti rappresenta tutto quello che è il suo interesse verso gli anni ’30 del Sud Corea: Chicago Typwriter.

Una penna è più forte di un coltello. Una macchina da scrivere è più forte di una pistola. […] Dovresti scrivere qualcosa di buono. Non scrivere per guadagnare fama e donne. Scrivi qualcosa di magnifico

2017, Seul. Uno scrittore famosissimo, solitario ed impertinente è in crisi creativa e cerca di superare “il blocco da foglio bianco”. A pochi chilometri di distanza una “futura” veterinaria con la passione per la lettura e grande fan degli scritti del romanziere tenta di mettere fine agli strani “sogni” che fin da piccola angosciano le sue notti.

Dopo una serie di situazioni rocambolesche, create da un fantastico cagnolone, la veterinaria si troverà a consegnare presso la villa dello scrittore un pacco contenente una typewriter (macchina da scrivere chiamata così per il rumore dei tasti che ricorda il rimbombo sordo di spari di un particolare fucile) avendo così la possibilità di incontrarlo. Da questo momento in poi, per uno strano scherzo del destino, le loro vite verranno unite proprio grazie alla macchina da scrivere la cui anima ha una “voce propria” con una storia tutta da raccontare: quella di tre ragazzi in una Corea del 1930 occupata dai giapponesi e della loro resistenza eroica al regime.

Lo scrittore coglierà al volo l’opportunità di “impossessarsi” di questa storia? Qual è il mistero che si cela dietro questa macchina da scrivere “posseduta”? E soprattutto, quali conseguenze porterà alla vita dei due protagonisti questa vicenda?.

Queste le premesse che daranno avvio ad una narrazione piena di colpi di scena, di storia e di letteratura. Non mancheranno l’amore, gli omaggi a scrittori famosissimi (Stephen King per citarne uno), l’ amicizia ed il coraggio.

Questa serie però, vuole essere un prodotto di intrattenimento che rende omaggio soprattutto alla generazione di quegli anni che con tanto vigore combatté un regime spietato.

Altra scrittrice che regala sempre kdrama di qualità in fatto di intrattenimento con aggiunta valoriale culturale è Kim Sun-ok.

Kim Sun-ok:

Kim Sun-ok, classe 1970, è meglio conosciuta per aver scritto le serie tv:  Temptation of Wife, Jang Bo-ri is Here! e My Daughter, Geum Sa-wol; tutti criticati per i loro temi provocatori (ad oggi sono i più apprezzati e famosi nella storia dei kdrama sud coreani).

Trama:

Uno dei kdrama che tratta di tradimento matrimoniale in un Sud Corea del 2000.

Lo fa utilizzando l’escamotage della “telenovela” sud coreana con una serie di personaggi, intrighi familiari e “pugnalate” alle spalle tipiche di questa tipologia di narrazioni ma che proprio non è piaciuto in patria. 

Perché…

Trama:

Jang Bo-Ri  da piccola è stata stata adottata da una famiglia molto ricca. Decide di intraprendere la carriera di stilista di abiti tradizionali sud coreani ma una scoperta del suo passato potrebbe rimettere in gioco tutto. 

A lei si succedono una serie di personaggi secondari che danno pepe ad una commedia che sa di amaro soprattutto quando incontra Lee Jae-Hee un uomo ambizioso che…

Non a “peli sulla lingua” Kim Sun-ok, che preferisce una scrittura affilata, dritta ed a tratti crudele come può esserlo solo Han Kang nella letteratura (scrittrice sud coreana famosa per i suoi Atti umani e La vegetariana).

Trama:

Una commedia familiare che vede come protagonista Geum Sa-Wol, che tenta di riunire la famiglia divisa da rancori e odi passati. 

La ragazza è all’oscuro di moltissime situazioni successe in famiglia che tenterà di scoprire e “risolvere”. Ma è davvero la cosa giusta da fare? E se invece di metter pace in famiglia per lei si aprisse il “vaso di Pandora”? Perché quello non sa e che…

Trama:

Una storia che inizia con l’irrealistico elemento “un cambio di identità attraverso la chirurgia estetica”. 

Un kdrama in costume ambientato in una realtà parallela contemporanea alla nostra dove il Sud Corea è governato da una monarchia costituzionale. 

Trame ed intrighi di palazzo in cui deve destreggiarsi l’imperatrice e la sua guardia del corpo. 

Nel 2018 torna sulle scene con un kdrama premiato ma poco visto in occidente: L’ultima imperatrice che le vale critiche quanto riconoscimenti e premi.

La scrittrice, che più di tutti nel settore non ha paura di toccare temi delicati e tabù tipici della cultura sud coreana, nel 2020 firma per la SBS il kdrama che sugella il suo successo: Penthause.

La serie Penthouse: perché non sempre i buoni vincono!

Considerato il miglior kdrama del 2020, vincitore di infiniti premi, Penthause doveva essere un progetto autoconclusivo che ha finito invece per diventare una serie la cui terza stagione è attualmente in onda in Sud Corea ed è disponibile sulla piattaforma Viki per gli occidentali.

Una serie tv che ricorda vagamente l’altro gioiello della serialità sud coreana: Sky Castle. Le vicende di Penthause riguardano strettamente il mondo della lirica sud coreana e delle famiglie che si contendono il primato sulle altre per “arrivare” ad abitare il famoso attico del palazzo residenziale più in voga del Sud Corea (abitato da miliardari, magnati e dirigenti di aziende che “fanno fatturare il paese”).

Un cast di personaggi che, in “combo” con una storia esplosiva per tematiche trattate e soprattutto “morale” presente nello script, rendono questo kdrama tra i più riusciti di sempre. 

La scrittrice in questo caso non copie gli errori comuni quando si tratta di serie sud coreane con più stagioni. Se infatti, in moltissimi casi di sequel si preferisce “annacquare la storia” oppure seguire corsi nuovi con nuovi protagonisti, inserendo qualche cameo iniziale che funge da gancio tra prima e seconda stagione, questo è un kdrama che conferma cast, migliora in termini di sceneggiatura tra prima seconda e terza stagione  regalando non pochi mal di stomaco e lacrime allo spettatore.

Dagli attici e gli ambienti dell’Élite sud coreana con la scrittrice No Hee-kyung di cambia invece registro e tono.

No Hee-kyung:

A No Hee-kyung, classe 1966, si devono alcune pietre miliari del mondo dei kdrama. 

Storie come i recenti: Live (tvN, disponibile sulla piattaforma streaming Netflix), The Most Beautiful Goodbye ,Dear My Friends.

Trama:

Una donna che ha speso la vita per la sua famiglia si trova ad affrontare il più difficile degli addii. 

Una storia strappalacrime tra nonna e nipote (Mino degli Shinee) e tutto il potere sublime della bellezza della vita.

Perché la morte potrebbe essere l’avventura più grande.

 

Trama:

Cosa accadrebbe se un gruppo di giovani scapestrati, uomini e donne, incontrasse un gruppo di arzilli anziani?

Questa è la storia dolce amara di una generazione che incontra l’altra. Amicizia, amore, tante risate e qualche lacrima. 

Perché la vita si sa non è sempre come si è deciso di programmarla.

Trama:

 Yang Kang-Cheol  e Gook-Soo sono due  ex detenuti. Nonostante abbiano scontato la pena devono essere sempre reperibili attraverso un cellulare monitorato dalla polizia. La mancata risposta a chiamate della polizia comporta lo stato di cattura.

Jung Ji-Na è invece una veterinaria dal carattere introverso.

I tre si incontrano per caso ed iniziano ad innamorarsi l’uno dell’altro innescando una serie di situazioni che potrebbe mettere in pericolo la libertà così faticosamente guadagnata.

Trama: 

Oh Soo è  conosciuto come il miglior giocatore d’azzardo nel quartiere di Cheongdam. La sua è una vita vuota, senza legami se non con il fidato compagno di disavventure e truffe. 

La “svolta” che potrebbe cambiargli la vita è l’incontro con l’ereditiera, affetta da cecità, Oh Young.

Sola, isolata dal mondo e con una tristezza interiore dovuta alla perdita dell’amato fratello, essa parrebbe la “vittima” giusta per Oh Soo. 

Ma le cose non andranno proprio come le aveva previste e…

Entrambe le storie sono drammatiche e la scrittrice non vuole assolutamente creare una dinamica che renda i “cattivi” vittime ed i “buoni” non macchiati da colpe ed errori. 

C’è una profonda conoscenza dei problemi che affliggono la società sud coreana.

Se in Pandam Pandam No Hee-kyung si concentra sull’ambiente carcerario e nella “riabilitazione” in società di ex detenuti, in The Winter, The Wind Blows tratta un tema molto delicato in Sud Corea: la disabilità.

Per entrambi i progetti c’è inoltre una selezione del cast eccezionale con la partecipazione di attori che ad oggi rappresentano l’élite nel settore attoriale sud coreano (un giovanissimo Kim Beom).

Nonostante la protagonista, una spettacolare Song Hye-kyo, sia di classe agiata il suo essere affetta da cecità le procurerà “l’avvicinarsi”, sotto mentite vesti, di un truffatore (l’attore Zo In-Sung, coinvolto anche nel progetto It’s ok that’s love).

Attraverso questa storia, la scrittrice può veicolare un messaggio quasi di “denuncia” sociale: il sistema delle truffe in Sud Corea che attacca i “più deboli tra i deboli” senza alcuna protezione da parte dello stato (tema ripreso nell’attuale Taxi Driver).

Storie che intrattengono portando lo spettatore ad una riflessione sullo “stato delle cose”. Un tipo di scrittura che No Hee-kyung sviluppa in anni ed anni di gavetta nel mondo della serialità sud coreana.

La carriera come sceneggiatrice inizia nel lontano 1996 con il kdrama The Most Beautiful Goodbye. 

Grazie al successo di questo suo debutto, inizia un percorso nel mondo della scrittura per la tv sud coreana che gli vale premi e riconoscimenti ma è con Dear My Friends che No Hee-kyung vince i due premi più importanti in Sud Corea legati alla sceneggiatura.

Un gioiello della serialità sud coreana: It’s ok that’s love

Quello di It’s ok that’s love è forse uno dei più bei lavori che la scrittrice abbia portato sugli schermi. Inoltre ha ispirato tantissimi colleghi che, immettendosi nella sua scia, hanno realizzato kdrama come : It’s ok to not be ok ecc.

Jang Jae-Yeol è uno scrittore di gialli che si diletta a fare anche il  DJ radiofonico. Viene però continuamente ossessionato da incubi ricorrenti che non lo lasciano tranquillo di notte.

 Ji Hae-Soo, grazie ad una borsa di studio, è al  suo primo anno di psichiatria presso un ospedale universitario. Scegliere psichiatria per lei rappresenta non dover eseguire interventi chirurgici.

I due si incontrano e questo cambierà per sempre la loro vita e quella di chi li circonda. 

La trama trae ampiamente in inganno lo spettatore che invece che trovarsi di fronte una commedia romantica dal tono serio, verrà trascinato in una storia di una profondità di sentimenti, umanità e riflessione sui disturbi psichiatrici (in particolare uno) che mai avrebbe pensato di trovare in un kdrama dalla “copertina” così rilassante e scanzonata.

Il “nuovo” kdrama It’s ok to not be ok deve moltissimo alla sceneggiatura del suo capolavoro “It’s ok that’s love”. 

Chi ha infatti, apprezzato il kdrama presente su Netflix non potrà non amare questo kdrama che palesemente ispira morale e trama del recente It’s ok to not be ok.

Gli ultimi lavori della scrittrice non fanno poi che confermare l’interesse per il sistema giudiziario e di polizia del Sud Corea: Live (disponibile sulla piattaforma Netflix).

No Hee-kyung attualmente è impegnata nella stesura del suo nuovo kdrama che dovrebbe uscire entro il 2021 dal titolo “Here”.

Altra scrittrice da “tenere d’occhio” per quanto riguarda la qualità di scrittura per serie tv è Park Hye- ryun.

Park Hye-ryun:

Questa è forse tra le scrittrici più sottovalutate nel mondo della sceneggiatura sud coreana.

Con una partenza in sordina e qualche scivolone (Pinocchio) si è “guadagnata il suo posto” tra le migliori con kdrama come: I Can Hear Your Voice e While You Were Sleeping.

Il suo miglior lavoro: Start Up

Startup racconta di sogni e progetti, ma parla soprattutto della visione del mondo. Di come renderlo, attraverso le nuove tecnologie, migliore, fruibile, sostenibile, vivibile.

In corsa per questo sogno ci sono un gruppo di tre amici, più che fratelli, Ingegneri programmatori, ed una ragazza, figlia di un uomo che come lavoro inventa l’impossibile.

A questi si aggiungono altri personaggi di contorno che arricchiscono una narrazione che parla non di uomini e donne di successo, ma di uomini e donne che, attraverso le proprie capacità, i fallimenti, la furbizia ed i compromessi con il sistema, portano avanti la propria visione di come dovrebbe la Tecnologia essere al servizio dell’uomo (soprattutto dei più deboli, delle fasce a rischio in una società che esige #perfezione nel privato quanto nel pubblico).

Una storia, quella della serialità sud coreana, che non avrebbe avuto così’ tanto successo in Occidente, soprattutto adesso, se non ci fossero stati i lavori di Park Ji-eun.

Park Ji-eun:

La più giovane tra il parterre ma da non sottovalutare in quanto ad esperienza e kdrama scritti è Park Ji-eun. 

Inizia la sua carriera nel 2010 firmando per la MBC: Queen of ReversalsMy Wife is a Superwoman.

Partita quasi in sordina riceve il più ambito dei premi nel 2012 quando firma per la KBS il kdrama: My Husband Got a Family.

La sua è una scrittura scansonata, senza alcuna pretesa sullo spettatore se non quello di intrattererlo con “zucchero a palate”, elementi fantasy inserite in una realtà quotidiana fatta di fallimenti e tentativi di rialzarsi e tante grasse risate.

Il kdrama che però a conquistato il cuore del pubblico sud coreano e poi quello occidentale è sicuramente il “suo miglior lavoro” : My love from the star.

Reso un gioiello dall’interpretazione del cast, si seguono le vicende di un alieno che attraversando tutta la storia della Corea arriva ai giorni nostri. Professore universitario che deve fare i conti con “il tempo che sta per scadere” concessogli sulla terra, incontrerà una scapestrata quanto ignorante attrice che…

Al gruppo di penne che ha reso un fenomeno internazionale la serialità sud coreana va poi citata senza ombra di dubbio Yang Hee-seung.

Yang Hee- seung

Una delle penne più “romantiche” e delicate della serialità sud coreana è Yang Hee-seung. 

Una lunga carriera iniziata nel 1996 con la serie Three guys Three girls.

Per i nostalgici degli anni ’90, seguire i suoi lavori e recuperare la sua “bibliografia di kdrama” è una gioia. 

La sua è una scrittura che mette di buon umore, che incute serenità e speranza nei confronti della vita.

Ma non è da sottovalutare quando “spoglia” i panni della commedia e firma kdrama per la OCN (che di certo non è un canale tv che sforna serie tv “tutto rosa e centrini”).

Eclettica e versatile i suoi ultimi lavori sono senz’altro la testimonianza  di come negli anni abbia sviluppato sempre di più la propensione ad equilibrare storie d’amore molto romantiche a contesti problematici della vita quotidiana in Sud Corea.

Dal 2014 al 2020: High School King of Savvy, Oh My Ghost, Weightlifting Fairy Kim Bok-joo, Familiar Wife e Once Again

Se con High School King of Savvy si fa fatica a “superare” l’inverosimiltà della situazione che da inizio all’intera storia, in Oh mY Ghost e i successivi lavori datati anni 200, la scrittrice supera criticità e problematiche legate alla sua scrittura.

Trama: 

Due fratelli che si somigliano come due gocce d’acqua. Il primo a capo di un’azienda, il secondo impegnato nel suo ultimo anno di liceo e promessa dell’hockey.

Le cose si complicano quando il liceale è costretto a vestire i panni del fratello coprendo in azienda il fatto che esso sia scomparso senza lasciare tracce.

Non si sa infatti cosa sia successo al Ceo ed aiutato da una assistente molto “Ugly Betty”, il ragazzo inizierà ad investigare per capire cosa sia successo al fratello.

Trama:

Amore tra i fornelli quello che nasce tra uno chef molto quotato ed una aspirante cuoca molto timida e riservata. 

A darle coraggio ed una mano, impadronendosi del suo corpo, il fantasma di una ragazza bravissima in cucina, frizzante e sfacciata morta prematuramente. 

Si perché quello che si cela dietro questo fantasma che creerà non poche situazioni esilaranti ed imbarazzanti alla protagonista è che la sua non è stata una morte accidentale…

Dai lavori dei primi anni 200o si assiste ad un salto di qualità nella scrittura dato dai rispettivi: Weightlifting Fairy Kim Bok-joo, Familiar Wife e sopattutto Once Again.

Trama: 

Tratto dalla storia vera di due medaglie olimpiche sud coreane, si seguono le vicende di una campionessa pesi leggeri ed un campione di nuoto. 

Una relazione che ha fatto sognare il Sud Corea e a cui la scrittrice rende omaggio. 

Una relazione del mondo dello sport con un messaggio di fondo nell’atteggiamento ad affrontare la vita che può riassumersi in una unica parola: swag.

Trama:

Si seguono le vicende di una coppia spostata da cinque anni con due figli e problemi finanziari dati soprattutto dal mantenimento dei rispettivi genitori. 

Con un lavoro che non li soddisfa, una crisi matrimoniale e problemi economici che aumentano i due sembrano aver imboccato una strada senza via d’uscita. 

Ma quando tutto sembra volgere al peggio ecco che entra in gioco qualcosa di inaspettato che…

Due storie che “preparano” la scrittrice ad affrontare un progetto di scrittura come quello di Once Again. 

Un kdrama composto da cento puntate da quarantacinque minuti in cui la scrittrice da fondo a tutta la sua esperienza nel mondo della scrittura per tv.

Ancora una volta la scrittrice si concentra sulle dinamiche familiari ma, avendo a disposizione un arco narrativo più lungo, lavora strenuamente a caratterizzare dei personaggi che diventeranno iconiche nel panorama delle “serie lunghe” (è pari a questo progetto solo My Father is Strange).

Una manzione doverosa se si parla di sceneggiatura per kdrama va fatta per Kim Soo-jin

Manzione speciale: Kim Soo-jin

Con una carriera iniziata nel 2008, la scrittrice ha all’attivo progetti quali: My Only Love Song, Mad Dog ed il pluripremiato Beyond Evil di quest’anno.

Questa sua ultima fatica di scrittura, uscito per la JTBC quest’anno, le è valso il Best Screenpaly 2021.

Autrici (ma anche autori), che hanno reso questi vent’anni di kdrama la base per il successo internazionale e boom che ad oggi ha la serialità sud coreana nel mondo.

Sono uomini, donne, tecnici della narrazione, che muovono i fili “dietro le quinte”, a volte cercando di lanciare chiari messaggi di denuncia sociale che diventano “universali”, altre semplicemente per il gusto di “far sognare” con le loro storie.