Tra possibile e sognato: la duologia di Laini Taylor

di Mariachiara Leone

Una tra le più valide scrittrici del panorama young adult!

Laini Taylor si è fatta largo nel mondo della letteratura attraverso la sua fortunatissima serie “La chimera di Praga”

Ma chi è questa scrittrice e di cosa “tratta” la duologia del sognatore?

La Taylor esordisce nel mondo della letteratura nel 2004 quando scrive la graphic novel The drowned”, illustrata dal marito Jim Di Bartolo, edita dalla casa editrice Image Comics.

La sua produzione letteraria passa pressoché inosservata fin quando arriva il clamoroso e meritato successo con “La chimera di Praga” primo volume della saga che la porta a scalare le classifiche di vendita in patria e “fuori”. 

In Italia la trilogia viene acquistata dalla Fazi che, nella collana lainya, pubblica, a partire dal 2011, i tre volumi composti da:

 –La chimera di Praga

La città di sabbia 

Sogni di mostri e divinità

Ad accompagnare il lettore verso “l’addio” di personaggi iconici come Karou, la novella “Notte di marionette e torte”.

Quello che colpisce fin da subito è la “genialità” della scrittrice nel mescolare cliché del genere young adult con una serie di elementi, come ad esempio ambientazioni suggestive di una Praga esoterica, che creano storie di fatto mai lette prima. 

“Karou ha diciassette anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un’intrigante filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale”

Se nella saga della chimera di Praga la scrittrice dimostra una fervida immaginazione è con la saga del sognatore che la Taylor approda alla maturità artistica.

LAZLO STRANGE

Il sognatore è il volume che sancisce una svolta per il genere poiché raro leggere di alcune tematiche come quelle appunto affrontate dalla Taylor nella duologia.

“Durante il secondo Sabba della Dodicesima Luna, nella città di Pianto, dal cielo cadde una ragazza”

Con questa prima frase ha inizio una storia che resterà nella mente del lettore per moltissimo tempo. 

I temi che affronta la scrittrice in questi due volumi sono molteplici ma i più rilevanti sono: la ricchezza della diversità e affrontare le conseguenze estenuanti di una “guerra civile” da parte di personaggi che di fatto sono persone spezzate intente a ricomporsi in qualche modo. 

Un messaggio della Taylor che è molto simile al quesito posto da Frodo Beggins “Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno”

 

Lazlo Strange e Sarai; là dove il primo rappresenta tutto quello che non dovrebbe essere un personaggio di young adult, lei rappresenta la falena (in questo un plauso al rimando nella grafica di copertina alla Fazi) del romanzo, colei che corre tra le braccia di un fato crudele sulle ali di questi insetti. 

Non c’è mai stato un personaggio come Lazlo Strange. Un ragazzo schivo, con il naso nei libri, la cui casa è la biblioteca, tutt’altro che di bell’aspetto, privo di qualsivoglia interesse se non per la ricerca spasmodica di una città perduta: Pianto. 

“Quelli che sanno non possono raccontarlo e quelli che lo raccontano non lo sanno”

Alchimia, filosofia, storia, mitologia. Tutti ingredienti sapientemente dosati che rendono questo primo volume una boccata d’aria per il genere.

Anche i personaggi “di contorno” sono caratterizzati magnificamente tanto da diventare quasi più interessanti dei protagonisti (esempio di ciò è il personaggio di Minya).

Una critica che viene mossa alla scrittrice è che in realtà questa duologia poteva essere un volume unico, più corposo, ma che di fatto avrebbe tagliato molte scene poco interessanti. 

Molti sono poi i dubbi sulla “storia d’amore” che paradossalmente rappresenta il punto debole della saga e che con un unico volume avrebbe potuto essere di molto “tagliata” in quanto a scene abbastanza “discutibili”.

Comunque, nonostante alcuni piccole sbavature, è con La musa degli incubi che il lettore avrà modo di capire fino in fondo l’intento dell’intera saga. Il messaggio che la Taylor voleva “lasciare” con questo lavoro.

“La mente è brava a nascondere le cose, ma non può cancellare. Può soltanto occultare e le cose occultate non sono scomparse”

L’accento viene posto sulla memoria storica e in parallelo, sul cosa vuol dire essere un sognatore, credere nei sogni, nella potenza e forza di questi ultimi. 

Il cerchio si chiude, tutti i “misteri” vengono spogliati e resi nudi davanti agli occhi voraci del lettore che nelle ultime pagine trova il cuore dell’intera duologia.

Perché soprattutto in una realtà così violenta, caotica, distorta dalla paura quale quella che il mondo vive oggi, ricordare che…

“Possiamo essere in conflitto, odiarci e desiderare la reciproca distruzione, ma nella disperazione siamo tutti smarriti nelle stesse tenebre, respiriamo la stessa aria mentre soffochiamo nel nostro dolore”

… potrebbe spingerci a trovare nuovi modi per AVER CORAGGIO DI SPERARE INSIEME!

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