Africa: un multiculturalismo tutto da scoprire!

Africa: un multiculturalismo tutto da scoprire tra arte, letteratura e cultura pop di un continente in ascesa. Scopriamolo insieme!

Terzo continente per estensione dopo l’Asia e le due Americhe, l’Africa con il suo multiculturalismo è prima di tutto un territorio complesso, segnato da grandi ferite ed una storia ancora da scrivere.

Continente in ascesa nel mondo culturale internazionale, l’Africa rappresenta anche un enorme paradosso a fronte della sua storia e degli enormi problemi che affliggono i paesi che la compongono (ben 54 stati, ognuno dei quali contraddistinto- come è giusto che sia- dalla propria lingua, cultura, storia e tradizioni popolari).

Raccontare l’Africa non è semplice ed è praticamente impossibile condensare secoli di storia culturale in pochi e brevi passaggi.

Delineeremo per cui a grandi capi le premesse da cui sono partite le nostre ricerche e affronteremo il discorso culturale africano a fronte dei nostri tre grandi settori di interesse: letteratura, arte e cultura pop.

Premessa: il nostro incontro con Shungri Said Salh

Come abbiamo deciso di “affrontare” un discorso culturale così difficile, complesso e ostico come quello africano? A spingerci verso le voci di questi “nuovi confini” è stato l’incontro con la scrittrice somala Shungru Said Salh ed il suo romanzo “L’ultima nomade” edito Mar dei sargassi.

Tenutasi a Napoli alla fine del 2022 presso Fondazione A’mbasciata sita a Palazzo Venezia, grazie a questa presentazione (e lo scambio di pensieri ed idee) è scattata la magia e quella voglia di approfondire, ricercare e immergersi: dapprima nella letteratura africana, poi nell’arte (soprattutto contemporanea) ed infine verso la cinematografia e la cultura pop del continente.

C’è una narrazione dell’Africa che purtroppo compromette molto l’immaginario collettivo. Alla “semplificazione” per cui noi abbiamo sostituito l’esperienza, di lettura e di studio dopo, andando a delineare così il nostro pensiero e prospettiva nei confronti dell’Africa.

Il 2021 è l’anno di partenza ideale per addentrarsi nella letteratura africana contemporanea. Esso è stato infatti molto importante per l’Africa in quanto a premi internazionali.

Grazie ad autori quali Mohamed Mbougar Sarr, Damon Galgut e Abdulrazak Gurnah, nel 2021 l’Africa si è aggiudicata i più importanti premi letterari internazionali (Booker Prize,Premio Goncourt ed il Premio Nobel).

SENEGAL

Il Senegal è stato in qualche modo protagonista indiscusso del 2001 quando, Mohamed Mbougar Sarr riceve il Premio Goncourt  per il suo romanzo “La più recondita memoria degli uomini” edito in Italia da Edizioni e/o.

 

Di “fresca” apertura è poi il Museo delle civiltà nere, inaugurato nel 2016 a Dakar. Ulteriore “elemento” interessante per comprendere lo sviluppo culturale del paese.

Museo delle civiltà nere di Dakar

Il museo ha una forma a disco, ispirata alle mura circolari di Grande Zimbabwe, un’antica città, spesso collegata dagli archeologi all’impero di Monomotapa di etnia shona, le cui rovine sono Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1986. L’edificio ha superficie di 14.000m² e si articola su quattro piani attraversati da grandi nervature di rame. Attorno all’atrio corre una passerella inclinata, per richiamare le case tipiche della Casamance coi tetti aperti per raccogliere la pioggia.

Il Museo delle civiltà nere (in francese Musée des civilisations noires e in inglese Museum of Black Civilizations) è un museo statale, inaugurato a Dakar il 6 dicembre 2018, che raccoglie le testimonianze, soprattutto artistiche, della cultura africana dalla preistoria al tempo presente. È tra i più grandi al mondo legati all’Africa e alla sua “diaspora”, ovvero alla dispersione di reperti nei musei di altri continenti dovuta anche, ma non solo, al colonialismo, e può ospitare – secondo le stime del progetto – fino a 18.000 opere. Tra gli scopi del museo, infatti, vi è quello di ricostruire i tasselli dell’identità africana e affrancare i popoli africani dal complesso di inferiorità nei confronti dei colonizzatori.

SOMALIA

Somali Arts Foundation: la prima fondazione di arte contemporanea in Somalia

Il SAF cerca di promuovere e creare ambienti favorevoli per le industrie creative per prosperare in Somalia, sfruttando le arti per accendere discorsi critici su idee su identità, memoria, perdita, guarigione e cosa significa essere una persona “Soomaali” nel 21 ° secolo.

In un Paese martoriato dalla guerra come la Somalia, le nuove generazioni cercano di creare spazi di aggregazione culturale e dar vita, proprio come delle fenici, alla Somalia che sperano di costruire attraverso la propria arte, le proprie azioni, i propri scritti. A fondare la Somali Arts Foundation nel settembre del 2020 è stata la giovane poetessa Sagal Ali. Con sede a Mogadiscio, lo suo scopo principale della fondazione è infatti quello di veicolare messaggi di pace, armonia e potenziale prosperità culturale attraverso l’arte delle nuove generazioni di creativi africani.

“l’arte dopo un conflitto crea un’opportunità unica per esprimere il dolore della perdita, per condividere il fardello e per iniziare potenzialmente a guarire dal suo peso. Molte forme d’arte possono annullare le differenze culturali e linguistiche. Ci sono molti esempi in tutto il mondo in cui le campagne per ridurre la violenza e sostenere la ricostruzione dopo un conflitto hanno utilizzato una varietà di approcci, tra cui teatro, musica, arte visiva e poesia. Tali sforzi possono affrontare i sentimenti di paura, lutto e sfiducia che le persone hanno vissuto. Allo stesso tempo, possono anche lavorare con il bisogno di giustizia, la speranza per un futuro condiviso e gli sforzi per abbattere gli stereotipi, incoraggiando così l’empatia fra individui, essenziale per costruire ponti dopo il conflitto”.

Un saggio da tenere d’occhio è poi “The somali within” , nel quale si analizza l’incontro culturale coloniale e postcoloniale, spesso erroneamente trascurato, tra Italia e Somalia durante il XIXesimo secolo.

Le storie recenti dell’Italia e della Somalia sono infatti strettamente collegate. L’Italia colonizzò la Somalia dalla fine del 19 ° secolo al 1941 e mantenne il territorio per mandato delle Nazioni Unite dal 1950 al 1960. L’Italia è anche tra i paesi di destinazione della diaspora somala, che è aumentata nel 1991 dopo la guerra civile. Tuttavia, questo incontro culturale coloniale e postcoloniale è stato spesso trascurato.

TANZANIA

Paese d’origine del Premio Nobel per la letteratura 2021 Abdulrazak Gurnah, la Tanzania, a differenza di molti paesi africani, non ha un singolo gruppo etnico politicamente o culturalmente dominante.

Le tradizioni di narrazione orale e la danza tribale sono una parte importante della vita culturale della popolazione rurale. L’Università di Dar es Salaam ha un gruppo di arti teatrali attivo. Gli intagliatori Makonde della Tanzania meridionale sono rinomati per le loro sculture astratte in ebano. Zanzibar è famosa per le sue porte elaboratamente intagliate e le casse arabe. La tessitura di cesti, la ceramica e la costruzione di strumenti musicali sono prevalenti in molte aree rurali.

Un certo numero di importanti istituzioni culturali della Tanzania sono poi concentrate a Dar es Salaam. Tra questi ci sono il Museo Nazionale, che ospita oggetti scavati nella gola di Olduvai, come il famoso teschio di Zinjanthropus boisei scoperto da Mary Leakey nel 1959, e altri siti archeologici.

I musei della filiale includono il Museo di Storia Naturale di Arusha, il Museo della Dichiarazione di Arusha, che contiene mostre sulla storia sociale e politica della Tanzania, e il Museo del Villaggio di Dar es Salaam, che espone mestieri tradizionali. Anche gli archivi nazionali si trovano a Dar es Salaam, così come la biblioteca affiliata all’università. Il Museo del Governo di Zanzibar e gli archivi nazionali di Zanzibar si trovano sull’isola di Zanzibar.

Letteratura

Come sopradetto, Abdulrazak Gurnah, naturalizzato britannico, a oggi, è il quinto autore africano a vincere il Premio Nobel per la Letteratura. La sua produzione letteraria è pubblicata in Italia dalla casa editrice “La nave di Teseo”. Il lavoro di Gurnah permette, attraverso “l’intrattenimento” della letteratura, di inquadrare le difficoltà del Paese, le cicatrici e le ferite ancora aperte.

Ci si immerge in luoghi semisconosciuti, troppo spesso abusati, denudati, violentati dalle “società democratiche occidentali”.

La sfida che raccoglierà il lettore se intraprenderà la lettura è ardua e particolarmente complessa.

Buona Africa!