Francesco Lisbona: il suo “Gli incompresi”

Francesco Lisbona torna in libreria con il suo secondo romanzo “Gli incompresi” che, dopo il successo del suo primo romanzo “La fragilità degli onesti”, esplora malattie mentali e ingiustizie storiche.

Uscito da relativamente poco “Gli incompresi” è il secondo romanzo di Francesco Lisbona, autore già noto per il suo esordio narrativo “La fragilità degli onesti” del 2020 edito dalla “Società Editrice Fiorentina”.

Questo mese di ottobre Francesco Lisbona pubblica, con la sopracitata casa editrice, anche questo suo secondo lavoro ed introduce ai suoi lettori quelli che sono alcuni dei temi a lui cari: le ingiustizie storiche e le malattie mentali.

Ma chi è Francesco Lisbona e perché leggere i suoi due romanzi?

Francesco Lisbona, aversano classe ’95, esordisce nel panorama letterario contemporaneo nel 2019 sulla rivista internazionale «Gradiva» e, in seguito alla vittoria di alcuni premi letterari, viene invitato a Cracovia dal direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Ugo Rufino, a rappresentare l’Italia nella giornata mondiale della poesia. Studia medicina all’Università di Firenze e sono anche i suoi studi ad influire parzialmente sulla sua scrittura e le sue storie.

Dopo il successo del suo esordio narrativo nel 2020, l’autore decide di esplorare quello che di fatto parrebbe a chi legge un progetto più ampio iniziato con il primo “La fragilità degli onesti” e continuato in questo secondo romanzo “Gli incompresi”.

Il romanzo si dipana infatti a partire dalla fine del 1941 quando la protagonista, Lucilla, viene portata in manicomio perché considerata troppo “scomoda” dal fascismo italiano e non solo. Questo è il pretesto narrativo che permette a Francesco Lisbona di esplorare la storia dell’Italia dalla Seconda guerra mondiale alla fine degli anni Settanta, periodo di stravolgimenti sociali, economici e politici.

Perfetto per gli amanti delle storie familiari, questo romanzo è anche e soprattutto la storia di una famiglia che scende negli abissi della propria quotidianità e ci rimane troppo a lungo, perdendone i confini”.

Siamo nel 1941, il lettore si troverà di fronte un Paese martoriato dalla guerra e verrà condotto all’interno di un manicomio nel quale incontrerà una donna, Lucilla, che sarà difficile da dimenticare.

Fin dalle prime pagine si comprendono alcune dinamiche comuni in quegli anni come ad esempio “rinchiudere” donne scomode, non conformi, sovversive, all’interno di istituti di igiene mentale, come il caso di Lucilla.

Donna Agata decide che sua nuora è troppo pericolosa e sovversiva e fa in modo di farla rinchiudere affinché di lei si perdano le tracce. Sfrutta il fatto che suo figlio Andrea sia partito per la guerra e…

…scoprire come evolverà questo percorso di scrittura di Francesco Lisbona o semplicemente leggere una storia che parla degli e agli italiani di una parte di storia del Paese troppo spesso strumentalizzata è una scelta che spetta al lettore.

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