Architettura tra miti e leggende metropolitane

di Mariachiara Leone e Matilde Maione 

L’architettura è una questione di linee, spazi, una grandissima dose di fantasia e visione,  prospettive che cambiano a seconda del punto di vista.

Quale modo migliore per sfatare miti e leggende metropolitane se non addentrandosi nel “discorso” architettura attraverso: la visione prospettica della rassegna Artecinema (rassegna d’arte cinematografica contemporanea promossa dallo Studio Trisorio) , la visionarietà del MAXXI di Roma, la grandissima dose di fantasia e talento di Renzo Piano e company?.

ARCHITETTURA DEL 21ESIMO SECOLO: SPAZI DEL FUTURO 

Abitiamo spazi nati dalla fantasia e dalla proiezione nel futuro di grandi geni, architetti visionari che hanno fatto degli spazi pubblici e privati, luoghi dove compiamo azioni quotidiane: lavoro, studio, attività ricreative e di svago.

Si pensa sempre alla “questione architettura” con distacco, non ci si sofferma a pensare che “tutto è architettura” quando si parla di civiltà umana. 

Ancora più sconvolgente è quando il genio umano incontra il genio della natura, architetto per eccellenza del mondo. 

Importantissimo infatti, è il discorso nato dal gigantesco problema del cambiamento climatico e dell’inquinamento ambientale. Temi che sono attualmente “scottanti” in campo politico, quanto preponderanti in campo architettonico. 

Abbiamo assistito a progetti in questi primi vent’anni del 21secolo che hanno come obiettivo “coesistere” in armonia perfetta con il territorio circostante senza violarne le leggi naturali. 

Uno dei progetti d’architettura, volti proprio a cercare di rimpinguere zone verdi in città enormi, è il Bosco Verticale a Milano, opera dell’architetto Stefano Boeri

L’idea di Boeri è una “casa” non solo per ospitare umani ma in particolare ambienti nei quali l’uomo e la natura vegetale ed animale coabitino. 

Da questo concept la realizzazione di questo microclima, micromondo al centro della zona milanese di Porta Nuova. 

“Il primo caso costruito, a Milano nell’area Porta Nuova, è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.

Il progetto è così anche un dispositivo per limitare lo sprawl delle città indotto dalla ricerca del verde (ogni torre equivale a circa 50.000 mq di case unifamiliari). Al contrario delle facciate “minerali” in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente. Nello stesso tempo, la cortina verde “regola” l’umidità, produce ossigeno e assorbe CO2 e polveri sottili. 

L’insieme di tali caratteristiche è valso al progetto importanti riconoscimenti, tra cui l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) e il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo, del Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015)”

Altro progetto meraviglioso nato dal medesimo obiettivo di Boeri, e cioè riflettere sul ruolo che gioca l’architettura contemporanea nel discorso politico sul cambiamento climatico, è il Pasona Urban Farm a Tokio di Yoshimi Kono.

Il progetto nasce, in un primo momento, dall’esigenza di ristrutturare un vecchio ed imponente edificio nel cuore della città di Tokyo. 

Kono, da sempre interessato a creare ambienti di lavoro sereni e salutari, elabora una “fattoria urbana” nella quale il lavoratore possa sentirsi “abbracciato”, “accolto” ed allo stesso tempo libero di impegnarsi lavorativamente nelle manzioni quotidiane.

“Trattandosi di un importante progetto di ristrutturazione, è stato necessario mantenere l’involucro e la sovrastruttura esistenti di 50 anni fa. Si trattava di un vincolo importante contro il compito di sviluppare tutte le nuove facciate, gli interni e di fornire una nuova identità forte all’edificio. 

Per creare profondità e volume si è optato per una facciata a lamelle a doppia pelle che ospita balconi profondi, creati lungo il perimetro per la semina e l’agricoltura. Il tutto crea un muro verde vivente e un’identità dinamica alla struttura”

Altri sono ancora gli esempi di progetti geniali volti al rispettare o creare ambienti naturali in agglomerati urbani ed edifici importantissimi per la collettività come: il Khoo Teck Puat Hospital di Singapore, la Panyaden International School in Thailandia. 

Progetti di grandi studi d’architetti e gruppi  visionari quali: RMJM in collaborazione con CRG Corporation.

A sfatare poi, pregiudizi di sorta e luoghi comuni sull’architettura ci pensa la rassegna cinematografica di arte contemporanea: Artecinema.

ARTECINEMA: PROSPETTIVE

Sin dal 1996, il Festival Internazionale di film sull’arte contemporanea Artecinema, seleziona documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi della scena artistica internazionale. 

Si seguono le vite, le vicende, i progetti degli artisti attraverso le loro preziose testimonianze o attraverso i racconti di chi è stato testimone e spettatore degli avvenimenti. 

Grazie a questa rassegna anche il pubblico profano all’ambiente ha iniziato ad avvicinarsi sempre più al  mondo dell’arte contemporanea (in alcuni casi non distaccandosene mai più).

Suddiviso in tre sezioni: “Arte e dintorni”, “Architettura” e “Fotografia”,  si è fatto strada verso la conoscenza profonda dei pensieri, le sensazioni e le aspettative che hanno portato gli artisti ad intraprendere uno specifico percorso di conoscenza ed evoluzione della propria arte. 

Talvolta gli artisti si raccontano come se stessero parlano al loro sé di anni addietro, a quello presente e a quello futuro, in un sensazionale racconto intimo condiviso con il mondo. 

È proprio questo intimo racconto che aiuta a comprendere appieno l’arte dietro l’artista e di conseguenza l’artista dietro la sua arte, sfatando miti e leggende che si costruisco intorno ad esso per creare idoli senza tempo. 

MAXXI: VISIONI 

Non si può introdurre il MAXXI di Roma senza raccontarne il progetto architettonico che rende il Museo delle arti del XXI secolo, opera d’arte a sé.

Progetto di un grandissimo genio dell’architettura: Zaha Hadid.

Quando si parla di Zaha Hadid, si parla di innovazione e dinamismo. Il carattere dietro le sue architetture è subito riconoscibile. Zaha Hadid ha cambiato il modo di vedere l’arte e l’architettura. 

Il MAXXI: un progetto spettacolare, l’arte che custodisce l’arte. Inaugurato nel 2010 nasce da uno schizzo semplicissimo, delle linee che formano una “L”, ma da lì in poi è nata un’opera architettonica strabiliante. 

Catalogni (Fonte: maxxi.art)

La struttura interna si snoda in diverse aree a tre livelli non convenzionali (non vi sono le classiche gerarchie) collegate da scale, passerelle e ponti.  

Le linee fluide di Zaha Hadid sono immediatamente riconoscili, accompagnando il fruitore per tutto il percorso e  conducendolo, man mano, al luogo più alto della struttura. 

Ciò che caratterizza ancora di più quest’opera architettonica è il colore. 

L’uso di determinati materiali in una Roma rossa e calda come il grigio del cemento ed il freddo del metallo, si stagliano come se dal nulla comparisse un oggetto estraneo al paesaggio, ma che allo stesso tempo ci si sposa perfettamente.  

Museo MAXXI, veduta aerea (Fonte: teknoring.com)

Il progetto espositivo del Maxxi è suddiviso in Arte e Architettura. Ospita i più sensazionali progetti architettonici della storia dell’architettura contemporanea, comprese le idee riportare su carta e i modellini originali. 

Tutto questo strabiliante materiale ha bisogno di un luogo dove poter essere custodito in totale sicurezza. 

Questi luoghi (che il Maxxi ha pensato bene di trasformare in veri punti focali di alcune esposizioni) sono gli ARCHIVI. 

Archivio Maxxi (Fonte maxxi.rt)

Non si può poi “raccontarne” le attività, il fermento creativo e di commissione, soprattutto in campo architettonico (italiano ed internazionale) senza introdurne gli archivi, vere e proprie miniere di sapere, spazi nei quali, volenterosi ed appassionati, operano gli “addetti ai lavori”.

Negli archivi sono classificati e custoditi tutti i bozzetti, le testimonianze, le lettere, i cataloghi, le idee, i modellini, i libri e tutto ciò che scaturisce dalla mano di un’artista. 

Il museo ha svolto un lavoro enorme di classificazione e conservazione di tutto il materiale, in modo da renderlo, dove possibile, fruibile agli studiosi.

Alcune intere sezioni sono state oggetto di esposizioni temporanee/permanenti consentendo la massima fruibilità delle informazioni a tutti gli appassionati, senza dover richiedere speciali approvazioni, se non per quei materiali particolarmente sensibili agli agenti esterni. 

(Fonte: openhouseroma.org, cretit image: Sebastiano Luciano)

Gli Archivi diventano così un secondo museo, ma delle idee, quelle che hanno portato il progetto ad essere ciò che si vede nella sua interezza finale. Si conosce così tutto lo studio ed il processo che è avvenuto prima che il prodotto finale fosse fruibile a tutti. 

Dall’archivio del MAXXI all’archivio della Fondazione Renzo Piano è giusto il tempo di un click. 

Sempre grazie alla rassegna Artecinema, conosciamo più nel profondo l’idea che Renzo Piano aveva quando ha costruito la sua Fondazione

Voleva trasmettere ai giovani la sua intera esperienza professionale e al contempo dare una dimora sicura a tutto il materiale che aveva dato i natali alle sue famosissime opere architettoniche. 

Come farlo se non costruendo uno spazio?  

La Fondazione ospita un archivio sensazionale, dove sono custoditi tutti i progetti, modellini, che fin dai suoi esordi hanno testimoniato il genio creativo di quest’architetto. 

Una stanza dell’archivio della Fondazione Renzo Piano (Fonte: architetti.com)

Grazie a questo documentario visitiamo i luoghi, ascoltiamo le testimonianze di chi ha partecipato alla realizzazione dell’idea e lo stesso Renzo Piano che racconta in prima persona quello che è diventata questa fondazione. 

Un luogo accessibile a tutti, dove studenti e professionisti possono studiare, informarsi, realizzare progetti e scambiare pareri in completa libertà. Una vera e propria fucina di idee ed opportunità per i giovani futuri professionisti del settore. 

Potrebbero nascere anche da qui i futuri Zaha Hadid o Renzo Piano che rivoluzioneranno il modo in cui vivremo gli spazi architettonici?

Gli architetti che stanno plasmando, attraverso le loro creazioni, il nostro modo di vivere e “stare al mondo”, non sono esclusivamente quelli citati in questo breve ed intenso viaggio nell’architettura del 21esimo secolo.

Ci sono state, nel corso dei secoli, molte menti che hanno cambiato il modo di “fare architettura”.

Ricordiamo ad esempio i famosi: Frank Lloyd Wright, Ludwig Mies van der Rohe, Le Corbusier, Gio Ponti, Alvar Aalto, Achille Castiglioni, Gae Aulenti; ma anche le meno conosciute (per meglio dire, riconosciute davvero troppo tardi ed inabissate dalla fama di altri che se ne sono attribuiti i meriti) come: Eileen Gray, Marion Mahony Griffin, Lilly Reich o Charlotte Perriand. 

Insomma, è grazie agli architetti che hanno saputo osservare e capire le esigenze delle persone, che oggi abbiamo la possibilità di abitare spazi sempre differenti o al contrario sempre uguali, come moduli ripetuti.

Al contempo possiamo ammirare le più strabilianti architetture di tutti i tempi, che sfidano la forza di gravità o che diventano parte integrante di uno spazio naturale senza intaccare il paesaggio circostante. 

Cosa si può dedurre da questo “ragionare” sull’architettura del 21esimo secolo e più in generale sull’architettura stessa?

Si può certamente affermare che essa non sia solo per gli appassionati, gli studiosi, coloro che vogliono intraprendere il “mestiere”. 

Si può sfatare il mito che essa sia una “materia” altamente tecnica, fredda, priva di quelle forze viscerali di passione di certo non legate alla sfera razionale di cui l’architettura si “deve” nutrire. 

L’architettura è molto più di “due” regole matematiche!