ARCOI: artisti coreani che lavorano in Italia. Arcoi è un collettivo di artisti sud coreani che vivono e lavorano in Italia.
La storia di ARCOI e la loro ultima mostra: “Tempo Sospeso”.
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La storia dell’arte Sud Coreana, soprattutto contemporanea, è tra le più affascinanti. Poco si conosce e studia in Italia di questa “parte di mondo”.
Ma con il boom che il Sud Corea sta avendo, grazie soprattutto all’enorme successo di Kpop (musica pop sud coreana) e kdrama (serie tv sud coreane), in Italia si stanno iniziando ad esplorare altre discipline artistiche (letteratura ed arte in particolare).
In Italia ogni anno, a partire dal 2016, in primavera l’Istituto Culturale Coreano di Roma ospita una mostra d’arte in cui riunisce vari artisti sud coreani per promuovere, divulgare e far conoscere agli italiani l’arte contemporanea sud coreana.
Quest’anno è stata la volta del collettivo (ed associazione culturale) ARCOI.
La mostra è stata resa disponibile ( a partire dal 30 aprile 2021) anche online sul canale YouTube dell’Istituto, permettendo una visione virtuale a 360gradi delle opere in esposizione.
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ARCOI nasce nel 2016 come associazione culturale.
Formato da un collettivo di artisti sud coreani che vivono e lavorano in Italia, che stanno completando gli studi presso le Accademie d’arte del territorio italiano o che lavorano stabilmente come artisti in Italia, ARCOI è una bellissima realtà artistica tutta da esplorare.
Una quindicina di artisti sono stati coinvolti per la realizzazione della mostra di quest’anno che prende il titolo di “Tempo Sospeso”.
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Gli artisti coinvolti hanno ragionato, esplorato i sentimenti provocati dal periodo pandemico. Un blackout umano totale in cui si è risvegliato l’uomo del XXIesimo secolo che ha portato moltissimi artisti ad elaborare sofferenza, lutto, dolore (personale e collettivo).
Raramente nella storia dell’uomo si è avuto a che fare con un qualcosa che simultaneamente mettesse “Ko” l’intera civiltà umana.
Questa mostra intende esplorare quello che è stato definito “Tempo Sospeso” e cosa ha provocato nell’uomo contemporaneo.
A passarsi il testimone in questa narrazione emotivamente suggestiva sono stati artisti diversi per età, bagaglio culturale, esperienza e tecnica artistica.
Da Eun Jin Kim, Sung Il Kim, Jae Kyeong Kim; ma anche Sun Hee Moon, Eun Ha Shim, Hyun Sook Son; ed ancora Na Kyung Lee, Yun Mi Lee e Ji Yeon Lee.
Questi ed altri artisti sud coreani contemporanei hanno- attraverso le loro opere scultoree, pittoriche e a tecnica mista- voluto portare un messaggio dirompente nel panorama artistico culturale.
“…è nei momenti di difficoltà che il gruppo deve stringersi ancora di più verso l’obiettivo comune, e ogni individuo può e deve contribuire a mantenere salda la società in cui vive, perché come ha detto Aristotele, il tutto è maggiore delle sue parti”
Non è facile avvicinare le persone all’arte contemporanea. Questo non solo perché essa è continuamente contornata di pregiudizi, stereotipi e commenti sterili (il famoso “potevo farlo anch’io”). Portare poi il fruitore ad avvicinarsi non solo all’arte contemporanea ma in particolare a quella settoriale sud coreana è arduo quanto eroico.
Ci si auspica però che il mondo della critica artistica, degli ambienti di studio d’arte in Italia prendano sempre più coraggio e si immergano per portarci sempre più fonti valide e contributi culturali di valore.
L’augurio infine è che anche le Gallerie d’arte contemporanee italiane volgano lo sguardo agli artisti contemporanei asiatici ed in particolare sud coreani.
Perché il percorso che questi artisti hanno intrapreso è visionario.
Perché noi “addetti ai lavori” lo dobbiamo al grande occhio vigile dell’arte affinché non si spenga, non arranchi nell’ovvio e non muoia nel banale.
“Ci sono scultori, pittrici, designer, fotografi, illustratrici e una textile artist. Molti di loro sono arrivati in Italia per completare gli studi alle Accademie di Belle Arti, e alla fine hanno deciso di restare. La ricerca artistica e umana di ciascuno di questi artisti trova ispirazione nelle loro esperienze personali, nelle difficoltà trovate nel percorso arduo della carriera artistica internazionale e nella rappresentanza dell’arte contemporanea ibrida, tra tradizione e futuro. Le loro storie sono diverse, come i loro percorsi artistici, ma quello che li accomuna non è soltanto l’amore per l’arte, ma la voglia di inclusione nel panorama artistico italiano”