L’attesa amorosa in Fitzgerald e Márquez

di Annarita Farias

“Il grande Gatsby” e “L’Amore ai tempi del Colera”: come l’attesa amorosa causa l’idealizzazione della donna

The Great Gatsby di Fitzgerald e El amor en los tiempos del cólera di Márquez sono due celebri opere che narrano due drammatiche dinamiche amorose accomunate da interessanti analogie: entrambe le opere raccontano di due storie d’amore in cui si predilige un forte punto di vista maschile che – con l’intento di innalzare i protagonisti maschili, Gatsby e Florentino, ad ammirabili eroi romantici – penalizza inevitabilmente il racconto dell’esperienza amorosa secondo il punto di vista femminile, cioè quello di Daisy e Fermina.

I due romanzi hanno una fabula comune: Daisy e Fermina incontrano rispettivamente Gatsby e Florentino nel fiore dei propri anni giovanili, quando è il tempo dei primi amori e delle prime speranze. A causa dell’opposizione familiare per la disparità di condizione sociale, Daisy e Fermina andranno avanti con la propria vita, accettando dei matrimoni di convenienza, mentre i due uomini dedicheranno tempo ed energia per essere alla loro altezza.

Infatti, Gatsby e Florentino costruiscono la propria posizione sociale con il solo obiettivo di poterle riconquistare. Ma gli anni che passano accrescono questo desiderio a tal punto da renderlo un’ossessione e, pagina dopo pagina, sarà sempre più evidente che Gatsby e Florentino non amano Daisy e Fermina per la loro più intima essenza ed individualità ma, al contrario, amano la loro idea.

“Il grande Gatsby” (2013) diretto da Baz Luhrmann

IDEALIZZAZIONE DELLA DONNA

Fin dalle prime pagine, Daisy e Fermina sono rappresentate come “donne angeliche” ed anime pure: Daisy, ad esempio, è spesso associata a colori chiari, fiori e a movimenti sinuosi che la fanno apparire come una figura celestiale in un mondo di corruzione ed ipocrisia; mentre a Fermina viene dato l’appellativo di “Dea Incoronata”. C’è, dunque, una stilnovizzazione delle figure femminili evidenziata ancor di più dalla “feticizzazione” da parte dei protagonisti maschili per le donne amate.

Nonostante Fitzgerald e Márquez appartengano a due generazioni e contesti socio-culturali differenti, Daisy e Fermina finiscono per collimare nello stesso paradigma femminile: due bellissime donne tanto ambite nell’alta società che finiscono per soccombere alle “leggi socioculturali” che il periodo storico impone loro (come, ad esempio, sottostare alla volontà paterna, diventare delle scalatrici sociali, essere una brava moglie ed una brava madre) piuttosto che cedersi al primo grande amore. È così che quella purezza e perfezione femminile, quell’etichetta di donna angelica che viene loro attribuita nelle prime pagine dei romanzi e che cercano costantemente di raggiungere, non è altro che una splendida gabbia di cristallo.

Se, però, da un lato Márquez regala a Fermina la possibilità di riscattarsi come figura femminile, permettendole di scegliersi il suo lieto fine dolceamaro quando – alla morte del marito (il dottor Juvenal Urbino) – accetta di passare la restante parte della sua vita con Florentino; dall’altra parte, Fitzgerald punisce duramente Daisy, dipingendola come una splendida civettuola, amante del denaro e del lusso sfrenato, infima e calcolatrice. Daisy non solo precipita dal luogo celestiale in cui sembrava essere nelle prime pagine, ma si riduce anche alla più bassa viltà, mostrandosi inetta e per nulla degna del sacrificio amoroso di Gatsby.

“L’amore ai tempi del colera” (2007) diretto da Mike Newell

Alcuni critici sottolineano come Fitzgerald condanni i suoi personaggi femminili per la loro incapacità di essere all’altezza dei sogni romantici degli eroi maschili. Egli sceglie – volontariamente e consapevolmente – di dar vita a personaggi femminili che divengono rappresentazione della volubilità dell’indole femminile e l’insinuazione di una naturale predisposizione a scelte sbagliate. Al contrario, invece, i personaggi femminili di Márquez si contraddistinguono come “personaggi femministi multidimensionali”. Ciò è permesso dal fatto che i personaggi maschili – compreso il protagonista, Florentino – non incarnano i tratti stereotipati di una società dominata dagli uomini, anzi sono uomini che dipendono emotivamente dalle donne. Le donne di Márquez, dunque, sono sì ben ritratte e coerenti con lo spazio ed il tempo in cui vivono, ma sono anche donne forti ed indipendenti, che posseggono una propria voce ed il controllo dei propri sentimenti e della propria sessualità.

ATTESA AMOROSA

Come spiega Abignente nel saggio Quando il tempo si fa lento, l’attesa amorosa rivela come il rapporto con l’altro sia fortemente legato, nella realtà come sulla pagina letteraria, a una questione di tempismo, di sincronia, di coincidenze. Ma perché l’attesa amorosa, piuttosto che affievolire la fiamma della passione nel cuore degli amanti, l’accresce a tal punto da rendere l’Amore una malattia? Una prima motivazione può essere spiegata, appunto, dall’idealizzazione amorosa che consegue all’assenza dell’amata e alla sua attesa. Il celebre scrittore francese Stendhal spiegò questo fenomeno con il termine “cristallizzazione”, cioè quel meccanismo per cui l’amante è portato ad attribuire alla persona amata tutte le qualità e le perfezioni possibili. Una seconda motivazione può essere rintracciabile ne L’amore e l’Occidente del pensatore svizzero Denis de Rougement in cui, scrivendo un’analisi storica e cronologica del concetto occidentale di amore, chiarì come l’amore raccontato in secoli di letteratura non sia tanto un sentimento romantico per la donna amata, quanto piuttosto il sentimento romantico per l’amore stesso, un’amore narcisistico.

Jay Gatsby e Florentino Ariza vivono due attese amorose completamente opposte: la prima sostanziale differenza è che mentre in Gatsby l’attesa amorosa è già compiuta, quella di Florentino pervade, invece, l’intera opera. Inoltre, seppur Gatsby vive un’attesa temporalmente inferiore a quella vissuta da Florentino (i cinque anni attesi da Gatsby sembrano apparentemente nulla in confronto ai “cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni” di Florentino), l’attesa vissuta dal primo è senz’altro la più drammatica.

Gatsby è la personificazione vera e propria del sognatore, è un idealista puro. Nella sua “breve” attesa – in cui non ha alcuna comunicazione con Daisy (assenza presente) – Gatsby si concentra totalmente sull’unico obiettivo di conquistarla, restando solo in compagnia della sua ricchezza. Florentino, invece, nonostante la stessa immensa devozione provata da Gatsby per la donna che ama, realizza un’attesa più “reale e concreta”. È consapevole di non potersi intromettere nel matrimonio di Fermina e attende, così, la sua vedovanza. E, durante quella lunga attesa durata mezzo secolo, non solo resta discontinuamente in contatto con Fermina (presenza assente) tramite lettere o fugaci e distanti incontri, ma Florentino – per resistere al dolore della sua mancanza – fa uso di palliativi, cioè si intrattiene con le sue centinaia di amanti.

La drammaticità di Gatsby è proprio questa: malgrado la lunga – ed impura – attesa, Florentino riesce a vivere pienamente i suoi anni e a congiungersi con la donna che ha amato e per cui si è “sacrificato”; Gatsby, invece, vive un’attesa breve e vuota che altro non fa che plasmarlo in un “moderno Romeo” destinato ad una morte vana e solitaria.

Estratto della tesi di laurea intitolata “The Great Gatsby e El amor en los tiempos del cólera: L’idealizzazione della donna e l’attesa amorosa”, di Annarita Farias.

LEGGI LA PARTE 1: Márquez e “L’Amore ai tempi del Colera”