Berserk di Kentaro Miura

di Salvatore Moschetti

Berserk di Kentaro Miura, il manga dalla storia editoriale travagliata. Era il 25 agosto del 1989.

Non credo abbia bisogno di presentazioni ma, per chi non lo sapesse, Berserk è la serie capolavoro partorita dalla geniale mente del maestro Kentaro Miura, uscita per la prima volta il 25 agosto 1989.

La storia editoriale di questo manga è un po’ travagliata, quindi non ne parlerò molto.

Attualmente, la serie più “disponibile” è quella nera edita dalla PLANET MANGA e continuamente in ristampa.

L’opera è ancora in corso e non sappiamo se vedrà mai una fine, in quanto il maestro Miura si è spento recentemente.

In questa recensione cercherò di spiegare (evitando il più possibile spoiler) il motivo per il quale Berserk è un capolavoro e va letto assolutamente.

Miura in quest’opera riesce a far coesistere una sceneggiatura fantastica: critiche economiche, sociali e teologiche, il tutto in un mix dark-fantasy accompagnato da tavole spettacolari.

Essendo un manga che tratta argomenti molto pesanti, non consiglio la lettura a tutti.

Ma di cosa parla esattamente Berserk?

Beh, come già accennato, le vicende sono ambientate in un mondo dark-fantasy, una sorta di Medioevo nel quale gli uomini sono spietati.

La storia ruota, principalmente, intorno a Gatsu.

Il nostro protagonista nasce sotto una cattiva stella, da un corpo morto impiccato ad un albero e viene allevato da una donna che dopo la perdita del suo figlio naturale non era più stata la stessa.

Già in questa prima cosa vediamo una forte contrapposizione tra la natura angelica dei neonati, visti come rappresentazione della vita, e la morte della madre, colei che crea la vita.

Questo ci fa capire quanto lo spettro della morte sia caratteristica onnipresente nella vita del nostro protagonista.

Egli viene allevato da subito a diventare un guerriero da un uomo che diventa una figura paterna per Gatsu: Gambino, uomo violento e solitario, ma nel quale Gatsu riesce a riporre la sua fiducia.

Come abbiamo già accennato, le cose non andranno bene per il nostro protagonista: lo spettro della morte sarà sempre presente nella sua vita, lasciandolo solo, ferito, nella foresta dopo aver subito sulla sua pelle la più grande dimostrazione della cattiveria umana e la morte della fanciullezza stessa.

Così, inizia il viaggio di quest’uomo-bambino, senza più nulla da perdere, in una spirale di continuo dolore.

Ma cosa succede quando non si ha più niente da perdere? In questo caso, il nostro Gatsu sceglie di tenersi stretta la sua spada, la sua unica ragione di vita, sceglie di dedicarsi completamente al combattimento.

Questo suo atteggiamento lo renderà una persona molto solitaria, tendenzialmente chiusa che non riuscirà ad aprirsi con gli altri poiché ancora ferita dai traumi subiti in giovane età.

Nonostante questo, Gatsu viene notato da un uomo: Grifith, un personaggio che viene presentato come un uomo bellissimo, un leader perfetto a capo di una squadra di mercenari, la Squadra dei Falchi.

Grifith ha un sogno: la realizzazione di un mondo ideale, e lotterà a qualunque costo per raggiungere il suo scopo.

Per una serie di eventi il destino dei nostri protagonisti si intreccia.

Personalmente credo che il punto di forza di Berserk sia il fatto che, a differenza di altri manga nel quale aspettiamo l’intervento del personaggio principale che salvi la situazione, questa sensazione non la proveremo per niente: il mondo si muove in contemporanea ai personaggi, ci saranno eventi significativi che non sfioreranno nemmeno il nostro protagonista, come guerre, complotti, conquiste di terre.

Inoltre, sarà il lettore a determinare quale personaggio sarà nel giusto e quale no, non ci sarà mai una chiara divisione tra protagonista e antagonista, le azioni dei personaggi si muoveranno su un filo sottilissimo tra il giusto e sbagliato e spetterà a noi scegliere a chi attribuire la ragione.

Il lettore sarà rapito dai lunghi discorsi fra Gatsu e Grifith, che diventeranno grandi compagni di battaglia, ma soprattutto grandi amici. Se da una parte c’è questo, l’altro lato dalla medaglia è rappresentata dalla parte marcia del mondo, infatti nel corso dell’opera ci verrà mostrata una sorta di pietra: il BEHELIT (Demone).

Questa pietra ha il potere di evocare la Mano di Dio, esseri demoniaci disposti ad esaudire un qualsiasi desiderio, in cambio di un sostanzioso sacrificio.

Infatti, il manga non ci mette molto prima di introdurre esseri orripilanti che hanno rinunciato alla loro umanità, demoni disgustosi che il nostro Gatsu dovrà fronteggiare.

Questo è Berserk: un mondo nel quale un bambino nato da un cadavere costretto a lottare fin dalla nascita intreccia il suo cammino con un altro gruppo di persone, nella quali trova una famiglia e vive una breve fiaba che verrà spazzata via come un castello di carte, per un singolo gesto di egoismo.

La cosa certa è che il nostro protagonista sarà sempre costretto a sollevare la sua spada.

“Dovunque si vada, l’unico posto che ci attende è sempre un campo di battaglia”