Cinema indiano: Bollywood. 5 film da vedere!

di Mariachiara Leone

Cinema indiano: Bollywood. 5 film da vedere per innamorarsi della cinematografia indiana.

Dal classico al contemporaneo cinque proposte per immergersi nella Hollywood indiana.

Guru

Le vicende del film hanno inizio nel 1951, in un piccolo villaggio di Idar nel distretto di Sabarkantha , nel Gujarat settentrionale e si seguono le vicende di un giovane di nome Gurukant Desai che  sogna di diventare un grande uomo di successo.

Contro il padre, preside della scuola del villaggio, decide di partire per la Turchia e dimostrare a quest’ultimo che si sbaglia affermando che “i sogni non si realizzano mai”.

Il suo obiettivo è entrare nel mercato delle spezie ed aprire una grande attività affermandosi come uno dei più grandi commercianti del settore. 

Per una serie di vicissitudini torna nel villaggio è per una questione puramente economica decide di sposare una bellissima donna con una dote molto alta che gli permette di inizare l’attività.

In questa avventura lavorativa lo segue a ruota il fratello della moglie e da questo momento in poi Guru riesce ad affermarsi come uomo d’affari.

La sua attività è tra le più prolifiche dell’India. A Bombay non si fa che parlare di lui e della sua azienda: la “Shakti Corporation”.

I problemi iniziano ad arrivare quando Guru viene accecato dal successo, ne vuole sempre di più e per ottenerlo non si fa scrupoli ad usare mezzi illeciti ed entrare in un “brutto giro”.

Il film è uno dei più interessanti ed anche relativamente contemporanei (pellicola del 2007) proposti dal mercato del mondo dello spettacolo indiano.

Nel cast vi è un volto noto “ai consumatori di film hollywoodiani” : Aishwarya Rai Bachchan . Una delle attrici più famose di tutta l’India.

Gangor

“Sto cercando l’India che non fa notizia”

Questa è una frase emblematica,  rivelatrice di quello che si racconta in questo film.

La storia? 

Pellicola del 2010, il film racconta le vicende di un fotografo inviato speciale nel Bengala per documentare le violenze e lo sfruttamento perpretato ai danni delle donne della tribù.

Durante un sopralluogo rimane estasiato da una donna che allatta il figlio fotografandola. La foto fa il giro del mondo provocando una escalation di situazioni che rivelano le atrocità e la mancanza di diritti delle donne in India.

Questo è un film che ha avuto moltissimi riconoscimenti internazionali e che in Italia è stato visto per la prima volta al Festival del Cinema di Roma.

Ad oggi il film è reperibile in entrame le versioni: quella in lingua sottotitolata oppure con doppiaggio italiano.

Dalla condizione in cui versano le donne in India alla storia di un giovane uomo con un futuro promettente come scrittore. Nel mondo di Apu in una India del 1959.

Il mondo di Apu

Questa pellicola è l’ultimo film che compone una trilogia del regista Satyajit Ray  composta da: “IL LAMENTO SUL SENTIERO” E “APARAJITO”.

Credit: The criterion collection

Si può godere della visione del film anche senza aver visto i precedenti (anche se se ne consiglia sempre la visione).

Il film ( basato sul romanzo “Aparajito” di Bibhutibhushan Bandyopadhyay inedito in Italia) è ambientato nella Calcutta degli anni ’30 e si seguono le vicende di un giovane di nome Abu promettente scrittore. 

Il suo sogno infatti è quello di mantenersi scrivendo ma le cose non sono così semplici come “immaginato”  e presto Apu farà i conti con la realtà e la “perdita delle illusioni”.

La vita si sa, raramente va’ secondo i piani, e Apu, in preda a crisi economiche e personali, si lascia convincere da un amico a sposarsi e metter su famiglia.

Uno dei personaggi più intriganti e particolari è proprio la moglie di Apu, una donna dal passato molto particolare e “fuori dal comune” se si pensa alle donne indiane dell’epoca.

Sembra un matrimonio di convenienza eppure i due si conoscono e si innamorano portando felicità alla vita l’uno dell’ altro fin quando il parto del primogenito non comporterà la morte della moglie di Apu.

Da questo episodio così tragico ne scaturisce una presa di coscienza ed un percorso da parte del protagonista per comprendere e conoscere quel figlio di cui non ne voleva sapere nulla.

Una saga familiare, una storia di formazione ma soprattutto la storia di un padre e di un figlio.

A fare da cornice a tutte le vicende una Paese dai vicoli poveri, dagli ambienti spogli di colori, profumi e luoghi comuni a cui “si pensa” se si parla di India.

Da un film in bianco e nero di un bel po’ di tempo fa ad una commedia “dei giorni nostri” molto vicina per ritmo narrativo e tematiche a quelle classiche hollywoodiane.

credit: Ancora fischia il vento

Jai Mummy Di

Molto Pop e divertente, la commedia racconta di due ragazzi alle prese con le rispettive famiglie ed in particolare con le madri, matrone indiane dalla vivacità esuberante che daranno filo da torcere ai figli.

Le commedie prodotte negli ultimi anni hanno avvicinato sempre di più il discorso della contaminazione tra identità culturale e il fenomeno della globalizzazione.

All’interno di questa commedia folgorante, ironica, coloratissima, c’è tutta la difficoltà di rendere fluido tale discorso di contaminazione.

 Salta subito all’occhio quelle diverse visioni della donna nella società tra le generazioni di donne che si daranno “battaglia” all’interno del film. 

Come prepotente risultano essere i discorsi tra personaggi maschili che animeranno una storia “tutta al femminile”.

Se a questo si aggiunge che, ancora una volta, Netflix si stia lanciando anche nel mercato bollywoodiano portando sulla piattaforma alcune tra commedie e serie tv del momento, allora è facile pensare che potrebbe avvenire un “boom” come quello degli ultimi anni nei confronti delle serie tv sud coreane (kdrama).

Intanto fioccano prodotti della serialità e cinematografia indiana sulla piattaforma streaming proprio come “Jay Mammy Di”.

Prem Rotan Dhan Payo

Una soap opera indiana è la struttura di questa commedia in costume che vede come protagonista un principe in procinto di sposarsi con la principessa del regno vicino e che deve fare i conti con sotterfugi, intrighi e sgambetti da parte dei familiari.

Questo è uno dei film che più ha avuto successo in India. Sarebbe tra l’altro ispirato al film sudcoreano Masquerade, film che è la trasposizione liberamente tratta dal romanzo  “The Prisoner of Zenda” di Anthony Hope.

Ad ogni modo tra scambi d’identità, coreografie vertiginose, ambienti ricchissimi di elementi tipici della tradizione culturale indiana, lo spettatore verrà catapultato e stordito nalla bizzarria indiana.

Una piccola chicca giunge infine dal 2021 ed è la pellicola Saina. Una piccola giovane campionessa di uno sport tra i più sottovalutati e non capiti di sempre. 

Bonus: Saina (Marzo 2021)