Fernando Aramburu ed i suoi “Patria” e “I rondoni”

Fernando Aramburu ed i suoi “Patria” e “I rondoni”. Vincitore del Premio Strega Europeo 2018 approfondiamo la carriera di F. Aramburu.

 

Che peccato. Mi hanno insegnato la coniugazione del verbo, ma non la pratica dell’amore e ora temo che sia ormai troppo tardi per imparare.

 

Fernando Aramburu è considerato tra le voci più interessanti della letteratura spagnola contemporanea. Il vuoto lasciato nel cuore dei lettori di tutto il mondo dalla prematura assenza di Carlos Ruiz Zafón è stato in parte alleviato dai romanzi di Aramburu.

Ma chi è Fernando Aramburu, uno degli autori spagnoli più letti in Italia?

Nato a San Sebastián nel 1959, Fernando Aramburu ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza per poi trasferirsi in Germania dove, fino al 2009, insegna spagnolo.

In seguito all’abbandono della docenza si dedica completamente alla scrittura e a varie collaborazioni giornalistiche.

Il successo nella narrativa contemporanea arriva con la pubblicazione di “Patria”

Grande successo di critica e di pubblico in Spagna, infatti, Fernando Aramburu vince il Premio de la Crítica, ed il suo “Patria” viene tradotto in 34 lingue.

Pubblicato nel 2017 in Italia da Guanda lo scrittore ebbe anche “a casa nostra” una straordinaria accoglienza, vincendo, dapprima il Premio Strega Europeo poi il Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

In Italia, pubblicato da Guanda,  sono usciti in ordine:  Anni lenti (2018), Dopo le fiamme (2019), Mariluz e le sue strane avventure (2019) e Il rumore di quest’epoca (2021).

Patria: trama e personaggi 

Innanzitutto Patria rappresenta la volontà, da parte dell’autore, di raccontare “gli anni di piombo dal post-franchismo fino al 2011, quando l’ETA ( un’organizzazione armata terroristica basco-nazionalista indipendentista con una fazione marxiste-leniniste, sciolta nel 2018, il cui scopo era l’indipendenza del popolo basco) ha annunciato la cessazione definitiva della sua attività armata”.

Eccola lì, la poverina. Va a infrangersi su di lui. Come s'infrange un'onda sugli scogli. Un po' di schiuma e ciao.

Solo successivamente il lettore avrà modo di conoscere i due nuclei familiari all’interno dei quali “agiscono” i protagonisti di “Patria”. 

Per cui se da un lato ci si trova di fronte ad una analisi lucida degli anni storici in cui è inquadrata la storia narrativa, dall’altro viene messo subito in chiaro dalla narrazione che “l’happy ending” è bandito.

La trama

Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. 

Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato… Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. 

Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte.

Tutta quest’aura di “gioiello letterario” attorno al romanzo è meritata?

La risposta è si! Ed ecco il perchè.

La scrittura rende il romanzo piacevole da leggere. Si ha l’impressione che si “scatti avanti ed indietro nel tempo” e tra “i vari punti di vista” con un ritmo  sostenuto. Nonostante i temi affrontati, infatti, il romanzo si lascia leggere con una velocità inaudita e al pari di quella che di fatto è anche un racconto familiare. 

Nella letteratura contemporanea spagnola poco spazio, fino a questo momento, è stato dato a questa particolare ed intensa pagina di storia. I luoghi del romanzo- che non sono solo Paesi Baschi ma anche Londra, Francia ed Italia, con un passaggio presso la città eterna, Roma- confermano poi la visione che Fernando Aramburu ha sul concetto stesso di Patria e, dunque, anche di “confini”.

Un messaggio che, a fronte di tutto ciò a cui stiamo assistendo oggi, con la Guerra Russia/Ucraina, assume tutt’altro sapore.

“Ho scritto contro il delitto perpetrato contro un pretesto politico, in nome di una patria dove una manciata di persone armate, con il vergognoso sostegno di un settore della società, decide chi appartenga a quella patria e chi debba lasciarla o scomparire.”

Quello che emerge è poi sicuramente una riflessione contenuta nel romanzo, che uno dei personaggi ad un certo punto dice apertamente: “Ci sforziamo di dare un senso, una forma, un ordine alla vita, e alla fine la vita fa di noi quello che le va.”

Una curiosità che potrebbe spingere a recuperare questo romanzo è poi l’acquisizione dei diritti da parte di HBO per farne una serie tv (uscita in Italia nel 2020).

Lo scrittore spagnolo ha poi “regalato” al panorama letterario internazionale altri romanzi altrettanto di livello come il caso di “I rondoni” edito nel 2021.

Se in Patria Fernando Aramburu racconta di una comunità lacerata dal fanatismo, in “I rondoni” ci restituisce un quadro psicologico molto complesso di un personaggio letterario difficile da dimenticare, quello di Toni.

I rondoni: trama e personaggi

In “I rondoni” lo scrittore spagnolo pone la sua attenzione di romanziere su di un solo individuo e ne sviscera la vita, la psiche, le tragedie personali e scelte sbagliate.

Toni è professore di filosofia in un ­liceo, ma sente di prendere in giro i suoi ­allievi sfoderando certezze che è ben lontano dal possedere. L’ex moglie Amalia gli ha lasciato ­solo rimpianti e rancore, mentre il figlio ­Nikita, problematico fin da piccolo, non gli ha mai dato soddisfazioni. ­

L’unica consolazione della sua esistenza ­solitaria sono le chiacchierate al bar con ­l’amico Bellagamba, caustico ma con un grande cuore, e l’affetto instancabile di Pepa, la cagnolina che lo accompagna nei suoi giri per Madrid, in cui Toni cerca di liberarsi a poco a poco di «pezzi» della sua vita, libri e oggetti vari che abbandona sulle panchine, tanto ben presto non gli serviranno più. Già, perché Toni si è convinto che sia meglio farla ­finita. 

Per riempire il tempo che si è dato prima di rendere definitiva la sua de­ci­sione, comincia a scrivere qualche riga al giorno di cronaca personale: prendono corpo nelle sue pagine storie di famiglia, e riemerge una donna respinta, però sempre capace di una generosità autentica e travolgente.

Un romanzo non adatto per chi è sensibile a tematiche come il “suicidio” ma che è allo stesso tempo fortemente consigliato se si vuole leggere qualcosa di “diverso” e con un punto di vista inedito sul tema.

Infine, per i lettori che seguono con interesse le pubblicazioni di Fernando Aramburu c’è senz’altro da segnalare “Il rumore di quest’epoca”. Ultimo tradotto in Italia da Guanda la cui trama è quanto segue…

“I ricordi di famiglia a San Sebastián, gli episodi legati al padre, alla madre o ai primi anni di scuola, che si contrappongono alle dure, aspre pagine dedicate agli anni bui dei Paesi Baschi. Seguendo le tappe della vita di Fernando Aramburu, ci trasferiamo in Germania, per accompagnarlo nella sua esperienza come insegnante. E poi, scopriamo i rituali che mette in atto durante la stesura dei suoi romanzi o negli incontri con i lettori, passeggiamo per le strade di molte città europee, rileggiamo con i suoi occhi Camus, Nabokov… Ma gli argomenti di questa raccolta attraversano uno spettro ampio e vario: si passa dall’elogio della noia all’amore per i cani e per il calcio, dalla passione per la poesia a quella per la musica. Un volume ricco di rimandi ai temi e alle vicende di Patria, che raccoglie una serie di testi carichi di ironia e sensibilità, con uno spiccato gusto per il dettaglio quotidiano: un piccolo trattato sulle poche certezze che ci guidano alla ricerca del senso della vita, ma soprattutto una celebrazione della letteratura contro ogni pedanteria e ogni fanatismo”

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