Letteratura indiana: cosa leggere?

di Mariachiara Leone

Letteratura indiana: cosa leggere? Tra novità e romanzi “meno freschi”, 5 libri da leggere per immergersi nella letteratura indiana. 

Si è affascinati dall’India ma molto spesso non si sa “dove mettere le mani” per leggere romanzi e guide (per gli amanti di viaggi) provenienti da quel bacino letterario.

In Italia poi questa tipologia di letteratura rappresenta un piccola nicchia e dunque poco di quello che viene pubblicato in India arriva tradotto sugli scaffali delle nostre librerie.

Detto ciò qualcosa comunque c’è ed è validissimo. 

Grazie al prezioso lavoro di case editrici indipendenti, che si occupano in particolare di questa tipologia di letteratura,  in Italia i lettori possono leggere comunque dei titoli eccellenti.

5 romanzi che soddisfino la curiosità ed i gusti della maggior parte dei lettori

Per chi è a digiuno assoluto d’India, un romanzo che sicuramente è fonte di grande intrattenimento ed arricchimento, sotto un punto di vista storico,sociale e politico, è “I figli della mezzanotte” di Salman Rushdie.

Questo è un romanzo molto particolare ed è anche complesso da leggere in alcuni punti. 

Questo perché lo scrittore ha il chiaro intento di raccontare il suo paese in maniera critica e tagliente utilizzando l’escamotage narrativo del fantasy.

Per poter entrare meglio nella lettura di questo ed altri scritti di Salman Rushdie è bene sapere chi sia Salam Rushdie  e perchè sia stato letteralmente bandito dal suo paese.

Salman Rushide 

credit: Chris Felver

Salman Rushdie è vissuto per dodici anni in incognito, sotto scorta e sotto falso nome. 

Questo perché con la pubblicazione di “I versi satanici” nel paese scoppiò la rivolta e si voleva l’esecuzione dello scrittore e saggista per blasfemia.

Attualmente Salman Rushdie è naturalizzato britannico, scrive e continua raccontare criticamente il suo paese. Si è lasciato alle spalle quegli anni così turbolenti e pericolosi ma la “cicatrice” resta profonda ed indelebile nella vita dello scrittore. 

In Italia sono state pubblicate varie opere tra cui “I versi satanici” e “I figli della mezzanotte”. 

Ma di cosa parla questa storia?

“Un bambino ed un paese nati a mezzanotte di tanto tempo fa”

Chi sono i figli della mezzanotte? Sono dei bambini nati nella stessa ora dello stesso giorno in cui l’India dichiarò la propria indipendenza e naque un paese complesso, difficile da governare.

Il 15 agosto 1947

Ogni bambino nato in quel particolare giorno ed in quella particolare ora hanno dei “poteri” sorprendenti e sono tutti collegati tra loro. 

Donne nei dolori del travaglio, nascita di bambini dalla bellezza sovrannaturale, dalle capacità straordinarie.

Un parto in particolare: quello di Saleem Sinai, voce narrante delle vicende, che ad un passo dalla morte, decide di raccontare la sua ma anche la vita di tutti “i bambini speciali”, e raccontandola raccontare un’altra storia: quella dell’India.

Una saga familiare potentissima, magnifica, che ha appassionato e continua ad appassionare milioni di lettori in tutto il mondo, compresi i lettori indiani.

Altro romanzo meraviglioso è “Eredi della sconfitta” di Kiran Desai.

credit: Britannica

Edito Adelphi, la storia di “Eredi della sconfitta” inizia quando…

“…un vecchio giudice che vive in una dimora cadente di Kalimpong, alle falde dell’Himalaya orientale, col suo misero cuoco e una cagnetta, Brac, che del giudice sembra l’unico amore.

Ma questo terzetto in apparenza dimesso diventa, con l’arrivo della nipote del giudice, Sai, l’epicentro di un terremoto narrativo: dalla New York degli anni Ottanta, dove il figlio del cuoco lavora in una sfilza di ristoranti mandando al padre notizie sempre più allarmanti sulla sua avventura americana, alla Cambridge d’anteguerra dove il giudice ha frequentato l’università, all’Unione Sovietica, in cui si è interrotto il sogno astronautico del padre di Sai”

Storia molto meno turbolenta di “I figli di mezzanotte” ma egualmente stupefacente per quanto riguarda i legami, comunque molto forti, con l’Inghilterra, i coloni, la cui cultura e tradizioni sono tutt’oggi mescolate alle moltissime etnie e culture del territorio indiano.

Quattro personaggi, per quattro storie complicate accomunate da un unico elemento: l’essere migrati verso il “nuovo continente”.

Da una coralità di voci ad un romanzo che invece racconta di “storie d’amore” o per meglio dire la concezione dell’amore nell’India contemporanea. 

Storie d’amore indiane di Sudhir Kakar

Una raccolta di racconti le cui protagoniste sono …

” … donne che sognano un amore libero da ogni restrizione sociale e inibizione interiorizzata, dalle pastoie degli obblighi famigliari e dai doveri nei confronti degli anziani e degli altri custodi delle tradizioni sociali. 

Un sogno che appare in tinte ancora più brillanti ogni volta che, appartenendo alle caste più umili e basse della società, le donne sono estranee alla morale e ai timori delle classi elevate, e non vivono alcun conflitto tra ciò che inconsciamente desiderano e ciò che mostrano coscientemente di volere”

Un lavoro enorme di Sudhir Kakar, che racchiude in questo romanzo anche la ricerca della varietà linguistica dell’India: assamese, bengali, marathi, kannada, gujarati, kashmiro, malayalam ecc.

Storie d’amore che provengono da ogni parte dell’India raccolte, trascritte e pubblicate con la lingua nella quale sono state tramandate. 

Un grandissimo lavoro di traduzione anche per Norman Gobetti e Anna Nadotti che ne hanno curato l’edizione italiana edita Neri Pozza.

Meno suggestivo e d’impatto dei volumi citati ma ugualmente valido da recuperare è “La pattuglia dei bambini” di Deepa Anappara.

Esordio narrativo ottimo è quello della Anappara che con il suo “La pattuglia dei bambini” racconta come un semplice gioco tra bambini condurrà quello stesso gruppo “la pattuglia” verso la drammatica scoperta dell’età adulta.

Le vicende sono quelle di un bambino ribelle, poco incline a rispettare regole e tradizioni che marina la scuola per avventurarsi tra i vicoli di una città polverosa, piena di insidie e dove a “pattugliare” il quartiere è la polizia.

Una storia che promette di  “salvarti la vita” tu lettore che annaspi alla ricerca di qualche ora di svago tra vicoli che potrebbero sembrare familiari e vicini, soprattutto se si è lettori napoletani.

Dai vicoli caotici del romanzo della Anappara c’è poi un altro luogo da visitare quello di “Maximum city” di Suketu Mehta.

Titolo molto pop contemporaneo per raccontare l’India di Bollywood, della capitale, il racconto corale di una città atraverso le storie dei suoi cittadini.

Edito in Italia da Einaudi editore, il lettore verrà catapultato nelle notti brave di Bombay, tra eccessi, night club e malavita. Una città che al pari di New York non dorme mai.

Un titolo adatto a chiunque cerchi un romanzo appassionante, brillante, che evita stereotipi e si avvicina ad una narrazione “occidentale” senza scimmiottarne stile e tematiche.

Insomma per tutti coloro che sono stanchi della solita narrazione cliché della vita nel mondo di notte del mondo.  

Un piccolo bonus giunge infine per gli amanti dell’arte. 

Purtroppo non ancora edito in Italia ma è possibile recuperarlo in lingua è la biografia di Amrita Sher-Gil di Dalmia Yashodhara.

Amrita Sher-Gil: a life di Delmia Yashodhara

Per scoprire la vita dell’artista indiana rivelazione del xxsecolo. Colei che tutti chiamano la “Frida Khalo indiana”