Ponyo sulla scogliera: l’animazione giapponese

dii Maria Castaldo

Ponyo sulla scogliera: l’animazione giapponese. Un film sulla capacità dei bambini di accettare il diverso.

Presentato in concorso alla 65a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 2008, Ponyo sulla scogliera è un film di Hayao Miyazaki sull’innocenza dell’amore tra bambini e la loro capacità di accettare il diverso.

La pesciolina Ponyo abbandona la tranquillità del mare per salire in superficie, dove conosce Sosuke, un bambino di cinque anni con cui stringe un legame speciale.

Desiderando diventare umana per poter stare con lui, Ponyo scatena, inavvertitamente, le forze del mare e crea uno tsunami che mette in pericolo la città di mare in cui Sosuke e sua madre, Lisa, vivono.

Per riportare ogni cosa al suo posto, Ponyo dovrà scegliere se ritornare nel mare con le sue sorelle, o rinunciare alla sua magia per vivere da umana con Sosuke.

I disegni del film sono interamente realizzati a mano e mostrano paesaggi delicati e dai colori brillanti, ispirati in parte da un luogo di villeggiatura visitato dal regista (a cittadina di Tomonoura nell’area Setonai-kai).

Nel film gli elementi moderni si mescolano sapientemente con quelli del folklore giapponese. Infatti, Ponyo sulla scogliera è ispirato alla leggenda giapponese di Urashima Taro, il pescatore che salvò una tartaruga e come ricompensa è ammesso nel mondo sottomarino.

Inoltre, la stessa protagonista, l’adorabile pesciolina Ponyo, è definita più volte kinggyō, cioè pesciolino rosso e ha i caratteristici colori rosso e bianco delle carpe giapponesi, che si narra portino fortuna e ricchezza.

Tuttavia, quando Sosuke porta Ponyo alla casa di cura dove lavora la madre, per mostrare la nuova amica alle signore che soggiornano lì, l’anziana Toki si ritrae inorridita e gli ordina di rigettare Ponyo in mare, altrimenti sulla città si abbatterà un tremendo tsunami.

La signora Toki identifica Ponyo con una ningyo, una donna-pesce, l’equivalente giapponese delle nostre sirene.

Queste creature avevano il corpo di pesce, ricoperto di squame dorate, e solo il volto di donna, con bocca di scimmia, denti di pesce e piccole corna.

Si diceva che avessero la voce simile al canto delle allodole e sapessero imitare il pianto degli umani, ma non potevano parlare e se qualcuno avesse assaggiato le loro carni, avrebbe ottenuto l’immortalità.

Il momento migliore per pescare una ningyo era durante le tempeste, ma i pescatori erano persuasi che la cattura di questi esseri portasse grande sventura ed erano pronti a rigettarle in mare, qualora ne avessero pescato qualcuna.

Inoltre, se le ningyo si arenavano sulle spiagge, significava che era prossimo un periodo di guerre e distruzione.

Nel film vediamo anche altre creature del folklore giapponese, come gli umi-bōzu, spiriti del mare dal corpo arrotondato e dotati di occhi umani; questi yokai del mare sono al servizio di Fujimoto, lo stregone del mare e padre di Ponyo, il quale li invia alla ricerca della figlia per riportarla negli abissi.

Ma un altro evidente riferimento in Ponyo non può che essere The little mermaid di Hans Christian Handersen, favola occidentale riadattata in varie versioni, tra cui la celeberrima La Sirenetta della Walt Disney.

Come Ariel, anche Ponyo desidera lasciare il mare per vivere con Sosuke e come la sirenetta, anche la pesciolina è ostacolata dal padre Fujimoto che odia gli umani e li ritiene dei barbari.

E, infine, come per Ariel ed Eric, anche in questo caso è la forza dell’amore tra i due bambini a rendere la trasformazione di Ponyo in umana definitiva, segnando per lei e Sosuke l’inizio di una nuova vita insieme.

La scelta di Miyazaki di rendere Ponyo disubbidiente alle regole imposte dal padre si inserisce bene in quella scia di rottura degli schemi della società patriarcale di cui Miyazaki, in diverse occasioni, ci ha offerto prova.

Ubbidire al padre, in quanto più anziano di lei e uomo, sarebbe stato il comportamento più corretto, perché suo padre dovrebbe sapere meglio di lei cosa è giusto, ma, Miyazaki mostra che anche da bambini si possono prendere decisioni importanti e affrontarne con consapevolezza le conseguenze.

Ponyo ha una mente elastica e aperta alla meraviglia, proprio come Sosuke.

Ed è grazie a questa caratteristica che i due si accettano immediatamente l’un l’altra e stringono un legame speciale.

Miyazaki celebra così la straordinaria capacità dei bambini di accettare l’altro incondizionatamente, senza alcun pregiudizio.

Con Ponyo sulla scogliera, Miyazaki rinnova la fiaba di Andersen e crea una versione nuova che fonde insieme Occidente e Oriente.