Scream: cinema horror degli anni ’90

di Maria Castaldo

Scream: cinema horror degli anni ’90. Il declino e la rinascita di un genere grazie a pellicole come Scream.

Scream rilancia l’horror come genere all’interno della cinematografia degli anni ’90. Facendo un passo indietro cosa ha portato al declino e la rinascita dell’horror al cinema?

Gli horror degli anni ’70 e dei primi anni ’80 vedevano al centro delle paure dei loro spettatori quel senso di desolazione e abbandono che solo le zone rurali più distanti dai centri abitati degli Usa riescono a evocare.

Ma se con i colorati e pop anni ’80 il genere horror si tinge del rosso sangue dei numerosi film slasher di quel periodo, compresi alcuni ambientati durante le festività natalizie, nel corso dei primi anni ’90 la vena sanguinosa e artistica è ormai esaurita e i numerosi film del genere non fanno neppure in tempo a uscire al cinema, che subito finiscono in home video.

Sarà necessario l’intervento di un regista visionario, che conosce benissimo i trope del genere horror e ha deciso di raccontarceli tutti in maniera didascalica ma non fastidiosa in un film che quest’anno festeggia i suoi 25 anni e che vedrà al cinema molto presto il suo quinto seguito: stiamo parlando di Wes Craven e del suo Scream.

Ambientato in una piccola cittadina americana, Scream racconta le sanguinose vicende legate all’omicidio di alcuni adolescenti per mano di un killer mascherato.

La sua prossima vittima è Sidney Prescott adolescente tranquilla e dolce che ha perso la madre solo un anno prima, brutalmente assassinata.

Quando le chiamate da parte del killer iniziano a perseguitarla, a Sidney non resta che cercare rifugio presso il suo gruppo di amici, ma nel corso di una notte potrebbe non essere facile sfuggire a Ghostface.

Ma chi si nasconde dietro la maschera? E perché sembra avere un legame con Sidney?

La genialità di Craven fu di inserire all’interno del film continue citazioni e rimandi metacinematografici: nel corso della storia, infatti, non soltanto vengono nominati classici del genere horror e registi famosi (compreso un simpatico mash-up tra Wes Craven e John Carpenter), ma addirittura si elencano le regole fondamentali del genere horror e i suoi trope più noti.

Ed è ironico pensare che proprio gli appassionati di questi tipi di film siano i primi a fare una brutta fine in Scream.

Ma la genialità di Craven trovò il giusto comprimario in Kevin Williamson, sceneggiatore del film che nel corso di 80 pagine riversò tutto il suo amore per il genere slasher e al contempo si lasciò ispirare da un evento realmente accaduto in Florida.

Originariamente, il film si chiamava Scary Movie ed è ironico, se pensiamo che quello è il titolo della lunga lista di parodie degli horror che si sono succedute nei primi anni 2000.

Così Scream è al contempo parodia del genere horror e una lettera d’amore del suo autore per il genere stesso.

I toni della commedia e dell’horror non prevaricano mai l’uno sull’altro e così il film è perfettamente bilanciato, alternando momenti di sadica paura ad altri di brillante divertimento.

A ciò si aggiungono personaggi che, pur ricalcando stereotipi già noti al pubblico, sono perfettamente ancorati alla realtà, in cui ci si può identificare.

E che soprattutto, non si limitano a farsi squartare da Ghostface, ma combattono e non risparmiano colpi su colpi, prima della fine.

Per non parlare poi di Sidney, che pur entrando nel novero delle Final Girls più note, riesce in qualche modo anche a discostarsene: è uno dei primi esempi di FG combattente, è aggressiva, intuitiva e non ha paura di affrontare faccia a faccia il killer.

La morte della madre, inoltre, l’ha già messa in contatto con la brutalità della morte ed è questo che la rende appetibile al killer…oltre a un legame speciale di cui non vi parleremo, nel caso non abbiate ancora visto il film.

Il rapporto con la madre, l’idealizzazione della sua figura e la paura di poter commettere gli stessi errori guidano Sidney nel corso della storia, finché la ragazza non comprende che non può lasciarsi dominare dalle sue paure e nel fare ciò riesce a smettere di scappare e a guardare in faccia la verità.

Al duello finale non arriva inoltre da sola, ma è affiancata da un’altra donna: Gale Wheathers, giornalista scaltra e arrivista che tuttavia, pur essendo in contrasto con Sidney, unisce le forze con la ragazza e dà un aiuto considerevole nell’annientare il killer.

Ma la bellezza di Scream è anche nella sua natura meta-narrativa, perché -ammettiamolo- affrontare discussioni sul genere horror, mentre un killer fa fuori gli amici e in tv danno Halloween di Carpenter non è da tutte le sceneggiature. Scream è stato il primo horror in cui gli horror erano largamente diffusi e accettati come film mainstream.  

È innegabile l’influenza che Scream ha avuto sui film successivi, soprattutto, dopo che l’arrivo di Internet e la sua diffusione globale ha fatto scatenare la mania per i meme sul film e i numerosi riferimenti culturali e pop, ormai diventati iconici.

Dopo 4 sequel – alcuni dei quali molto apprezzati dal pubblico – Scream tornerà per un capitolo 5 a gennaio 2022, riportando sullo schermo la coppia Sideny/Gale nuovamente alle prese con Ghostface.

Riusciranno di nuovo a sfuggirgli? Non vi resta che andare al cinema per scoprirlo e se non l’avete ancora visto, recuperate Scream, vi procurerà un delizioso e divertente spavento.

Con Scream si conclude questa piccola corsa nella storia del cinema horror: ci sarebbero tantissime altre storie da raccontare, ma per ora ci fermiamo qui e speriamo che vi siate divertiti a leggere queste pagine, tanto quanto noi a scriverle.

E chissà che l’anno prossimo non torneremo per un secondo ciclo dedicato al cinema horror, dopotutto, lo insegna proprio il genere: un sequel è sempre possibile…