Assenza/Presenza: Stefano Cerio e Kevin Beasley

di Matilde Maione

VIDEO e SUONO, due sensi e due produzioni artistiche a confronto: Stefano Cerio e Kevin Beasley.

Stefano Cerio e Kevin Beasley sono due personalità completamente diverse, ma entrambi ricercano la presenza e l’assenza.

Cos’è un luogo senza le persone e cos’è uno spazio senza il suono?

Ma anche cosa diventa un luogo quando vi sono una moltitudine di persone che lo vivono e cosa diventa un luogo quando i suoni sovrastano tutto il resto?

La fotografia ha un potere inimmaginabile: catturare gli attimi.

Ma questo non è l’obiettivo di Stefano Cerio che usa la fotografia per “fotografare l’uomo nel momento in cui non c’è”.

Sembra assurdo? Eppure lui ci è riuscito, fotografando i luoghi che le persone vivono, ma nel loro momento di chiusura. Come se quei luoghi si prendessero una pausa dal loro creatore: l’uomo.

Alcune foto della serie “Night Games” (Fonte: cerio.it)

“Night Games” è la sua serie di fotografie che ha per soggetto i parchi giochi nel momento di chiusura: la notte.

Non c’è nessuno, solo quelle enormi strutture in cui le persone si divertono. Silenziose, sole, nel nulla. Sembra quasi che senza l’uomo non abbiano più un’anima. Sono lì come delle scenografie teatrali, ma senza gli attori.

La fotografia è reale (senza post produzione),  è vera e viva.

Cerio cattura la realtà di quei luoghi in pausa in cui sembra di poter “vedere” le persone che si sono divertite durante il giorno.

Bambini sulle montagne russe, persone che fanno la fila per entrare in una casa stregata. Insomma la presenza delle persone si sente e come, anche se non c’è.  

“La sua assenza (dell’uomo) enfatizza la sua presenza”

Alcune foto della serie “Night Ski” (Fonte: cerio.it)

Stefano Cerio si è concentrato molto su questo tema, non solo per Night Games, ma fotografando anche piste da Sci, nei periodi di chiusura.

Mentre in Night Games la pausa era la notte e quindi un tempo relativamente breve, in queste foto la pausa è stagionale e quindi più lunga.

Eppure queste strutture che sovrastano le montagne innevate sono permeate della presenza dell’uomo anche nella sua assenza.

In contrapposizione alle sue fotografie, i suoi video invece sono a volte pieni di persone tangibili.

In un video realizzato per il progetto “Chinese Fun”, che si concentrava comunque sull’assenza dell’uomo dei luoghi di divertimento in Cina, vi è la contrapposizione con l’enorme afflusso di persone all’uscita di una metropolitana di Shanghai.

Per 20 min un afflusso ininterrotto di persone prende possesso del luogo, quasi facendolo scomparire.

Due foto della serie “Chinese Fun” (Fonte: cerio.it)

Cerio è uno degli artisti scelto per l’inaugurazione del MAXXI Aquila che avrebbe dovuto aprire i battenti ad ottobre 2020 (apertura posticipata causa Covid).

Per questa apertura il fotografo ha ampliato la sua visione artistica dirigendosi verso l’istallazione e la performance, documentata da video e foto.

“Aquila” (Fonte: cerio.it)

Questo progetto si concentra sul territorio abruzzese colpito dal terremoto del 2009. La fotografia ed il video diventa il mezzo per documentare e non per creare. 

Il progetto “Aquila” è incentrato su sull’installazione di giochi gonfiabili che riproducono case, castelli, campi di calcio e scivoli che si gonfiano e si sgonfiano simboleggiando la rinascita ed il collasso.

Intervista a Stefano Cerio per “Dalla luce alla voce”

La presenza e l’assenza sono anche per Kevin Beasley un punto cruciale del suo lavoro, ma incentrato sul suono.

La presenza e l’assenza del suono è strettamente correlata alla presenza e all’assenza dell’uomo. Non sono i suoni della natura, ma suoni prodotti da oggetti che l’uomo ha creato e senza di esso non esisterebbero.  

Talvolta i suoni sono il risultato dell’uomo stesso, in quanto l’artista registra e trasmette in live i suoni che gli stessi visitatori della mostra, a cui stanno assistendo, producono coinvolgendoli.  

Beasley incorpora la materia ed il suono. La sua volontà di far percepire il suono anche di cose non tangibili come ad esempio il passato.

“Può avere un suono il passato?” Questa è la domanda che l’artista si pone quando realizza “A view of a landscape”, un’istallazione immersiva in cui utilizza un oggetto che in passato veniva usato dall’uomo, isolando il suono che produce oggi. L’oggetto (il motore di una sgranatrice di cotone che serviva per separare la fibra di cotone dal seme) è in azione all’interno di una stanza insonorizzata in vetro, ma il suo suono viene propagato all’esterno. Ha divorziato il suono dall’oggetto che lo produce.

“A view of a landscape” by Kevin Beasley (Fonte: whitney.org)

Lo scopo dell’artista è tentare di smarcare il suono dall’oggetto e renderlo protagonista assoluto della materialità. 

Può esistere il suono senza l’oggetto? Ossia, può un suono essere visibile? Viceversa cosa accade ad un luogo se lo si priva di suoni che lo contraddistinguono?

Nelle foto di Stefano Cerio, che immortalano luoghi sospesi, il luogo privo di suono porta alla luce il messaggio e la critica di Cerio ad una società consumistica.

Discorso che nelle opere di Beasley si rafforza.

L’assenza del suono nelle foto di Cerio e la sua presenza invece nelle opere di Beasley sono un “ritratto” forte della presenza dell’uomo e dello sfruttamento spasmodico delle risorse che l’uomo ha usato (ed usa) per vivere “meglio”.

In conclusione la costante della ricerca artistica di Cerio e Beasley, cioè la presenza/assenza della persona e dell’oggetto (materiale ed immateriale), li pone in realtà in stretto contatto tra loro.

La domanda all’uomo del XXI secolo è: resterà solo un un involucro vuoto privo di suono?