TFAM di Taipei: il museo d’arte moderna di Taiwan

TFAM di Taipei: il museo d’arte moderna di Taiwan al centro delle attività d’arte in Cina.

Taiwan rappresenta un punto nevralgico per il mercato d’arte contemporanea asiatico ed in particolare cinese. Sono tantissimi gli appassionati, i collezionisti ed i professionisti del settore, interessati ad entrare a fare parte di questo ambiente.

Molte sono le Gallerie d’arte taiwanesi che in questo giocano un ruolo cruciale per “l’appetibilità” dell’arte taiwanese contemporanea all’estero (apprezzata soprattutto in Europa e Stati Uniti).

La storia del museo di Belle Arti di Taiwan:il primo museo dedicato all’arte moderna

Il Taipei Fine Arts Museum (TFAM) è stato fondato nel 1983, come primo museo di Taiwan dedicato all’arte moderna e contemporanea.

Esso è inoltre il museo d’arte ufficiale della capitale.

La missione del Taipei Fine Arts Museum è promuovere la conservazione, la ricerca, lo sviluppo e la divulgazione dell’arte moderna e contemporanea taiwanese.

Tenersi al passo con le tendenze globali e stabilire una varietà di canali di scambio, aumentare la comprensione e la partecipazione del pubblico all’arte moderna, aiutare l’arte moderna e contemporanea taiwanese a prosperare; ed ancora: coltivare una più piena realizzazione artistica nelle persone, nella speranza di formare una società contemporanea con senso estetico e percezione culturale è tra gli obiettivi peculiari dell’ente.

Per soddisfare meglio le richieste dei cittadini, il piano del museo è stato approvato nel 1978 con l’ubicazione nel secondo parco municipale di Yuan Shan su Zhong Shan N. Road, sezione 3, con base provvisoria.

Il progetto è stato completato nel gennaio 1983 ed è stato seguito dall’inaugurazione ufficiale del Museo il 24 dicembre, che ha portato all’avvio della sua missione al servizio della cittadinanza.

Il compito della progettazione e della costruzione è stato affidato all’architetto Er-Pan Kao.

La concezione e la costruzione della struttura fisica di TFAM è unicamente creativa e simbolica. Combina un progetto architettonico piuttosto singolare con un cortile naturale, corrispondendo così abbastanza favorevolmente agli obiettivi e alle caratteristiche iniziali del progetto originale del Museo.

L’architettura è intrisa di elementi presi in prestito dall’architettura tradizionale cinese, che sono presentati attraverso la struttura di mensole impilate sotto forma di corridoi sospesi, che, insieme, formano una composizione a forma tubolare.

Questa forma tubolare è identica al carattere cinese per “fontana”, favorendo così l’analoga mission del museo: porsi come fonte viva di cultura a Taiwan.

Spazi della galleria simmetrici e sospesi sono distribuiti su ogni piano per formare un nuovo spazio in cui i visitatori possono vedere e apprezzare l’arte.

Le grandi finestre consentono ai visitatori all’interno del museo di ammirare le splendide viste che si affacciano su Yuan Shan, sull’area del Parco delle Belle Arti e sugli ambienti circostanti.

Zhong Shan N. Road, generalmente nota come “strada nazionale” è infatti il percorso che abitualmente viene fatto fare dai leader stranieri che entrano nel paese.

La strada si estende alla sinistra del museo e consente una visione mozzafiato a chi visita l’ente.

Anche la posizione del Museo è per cui estremamente favorevole al via vai di turisti e le ferventi attività quotidiane della città.

Tra le mostre all’attivo risulta esserci quella dedicata ad una delle artiste contemporanee più apprezzate: Shiota Chiharu.

The Soul Trembles è un progetto espositivo tra i più grandi mai realizzati per rendere omaggio all’arte della Chiharu e sarà visitabile fino a novembre di quest’anno.

Shiota Chiharu: The Soul Trembles è la più grande mostra dedicata all’artista berlinese Shiota Chiharu, attivo a livello internazionale.

In mostra ci sono un centinaio di opere che vanno dalla sua produzione degli anni ’90 ai suoi ultimi pezzi.

Oltre a installazioni su larga scala, ci sono sculture, video di performance, fotografie, disegni e materiali relativi ai suoi progetti di scenografia.

La mostra segna inoltre la prima volta, nella sua carriera (durata circa venticinque anni), in cui sarà presentata in modo completo la sua intera produzione artistica.

Tra queste opere ci sono installazioni di grandi dimensioni in cui fili neri e rossi percorrono e avvolgono l’intero spazio, costituendo una delle sue serie di opere d’arte più rappresentative.

“Le innumerevoli linee tracciate nel filo alludono a vari fenomeni e una complessa serie di collegamenti e connessioni, mentre ci invitano anche verso le profondità più profonde dell’esistenza. Alla base di questi lavori ci sono i temi della vita e della morte incessantemente perseguiti da Shiota, nonché un’indagine fondamentale su ciò che tutti perseguiamo nella vita e verso dove stiamo andando”

Il sottotitolo di questa mostra, “The Soul Trembles”, si riferisce ai sussulti emotivi del cuore che non possono essere espressi a parole, oltre ad essere una manifestazione di pensieri che l’artista spera di trasmettere agli altri.

“Nell’era contemporanea di oggi, tutto cambia a un ritmo rapido e i sistemi di valori sono in costante mutamento: può sembrare che le stesse convinzioni ferme e inflessibili su cui la società nel suo insieme ha fatto affidamento si stiano perdendo. In questo contesto, il museo ospita questa mostra nella convinzione che l’opera acutamente consapevole di Shiota, che ha una relazione con nozioni essenziali e universali, sia eccezionalmente significativa per consentirci di interrogare il mondo”

Shiota Chiharu: una vita votata all’arte

Credit: Edition Copenaghen

Shiota Chiharu è nata nel 1972 nella prefettura di Osaka ed è cresciuta nella città di Kishiwada.

Dal 1992 al 1996 ha studiato pittura ad olio presso il Dipartimento d’Arte della Kyoto Seika University, lavorando anche come assistente di Muraoka Saburo (1928-2013) nel Dipartimento di Scultura.

Durante questo periodo ha studiato all’estero presso la Australian National University School of Art di Canberra, e ha iniziato a realizzare performance e installazioni.

All’età di diciannove anni, ha visto una mostra personale al Museum of Modern Art di Shiga dell’artista polacca Magdalena Abakanowicz (1930-2017), che ha ispirato Shiota a pianificare un viaggio in Germania per studiare con Abakanowicz.

Dopo un lungo e complicato periodo, Shiota arriva in Europa nel 1996 e si iscrive all’Università di Belle Arti di Amburgo.

Successivamente studia con la pioniera della performance art Marina Abramovic (1946-) alla Braunschweig University of Art dal 1997 al 1998, e poi con Rebecca Horn (1944-) all’Università delle Arti di Berlino.

Da allora, Shiota vive a Berlino, esponendo attivamente le sue opere in biennali e mostre in musei e gallerie d’arte.

Dal 1993 al 2021 ha esposto in più di 300 mostre personali, collettive, biennali e altri eventi artistico/culturali.

Una vita vissuta e votata all’arte che riserverà in futuro una “nuova fase” artistica di ancor più impatto.

Un lavoro mastodontico per il Museo che lavorando a stretto contatto con l’artista ha potuto avere “dalla sua” anche una grandissima professionista e curatrice del progetto.

Una mostra supervisionata dall’occhio esperto e vigile di una tra le curatrici, e professionistedel settore, più importanti del panorama contemporaneo: Mami Kataoka

Credit: CIMAM

Mami Kataoka è stata la direttrice del Mori Art Museum, Tokyo, precedentemente in qualità di Chief Curator e curatrice di numerose mostre tra cui le retrospettive di metà carriera di artisti come: Ai Weiwei: Secondo cosa? (2009/US Tour 2012-13) Lee Bul: From Me, Belongs to You Only (2012), Makoto Aida: Monument for Nothing (2012) e Lee Ming-wei and His Relations (2014-15).

È stata anche curatrice internazionale presso la Hayward Gallery, Londra (2007-2009); co-direttore artistico della 9a Biennale di Gwangju, Corea del Sud (2012); direttore artistico della 21° Biennale di Sydney (2018); e direttore artistico della Triennale di Aichi (2022) che promette meraviglie.

È membro del consiglio di amministrazione dell’International Committee for Museums and Collections of Modern Art dal 2014 e presidente del CIMAM dal 2020.

È stata anche professoressa presso la Kyoto University of the Arts Graduate School e la Graduate School of Fine Arts presso la Tokyo University of the Arts.

Ad oggi la Kataoka scrive e tiene conferenze sull’arte contemporanea.

Fonti: tutto il materiale recuperato è stato tradotto dal team di Fenice In Pigiama direttamente dal sito museale del TFAM.