The Batman: il nuovo film al cinema

di Maria Castaldo

The Batman: il nuovo film al cinema. Cosa riserverà il nuovo film che riporterà lo spettatore a Gotham.

Quando Matt Reeves ha annunciato il nuovo film sull’uomo pipistrello, le possibilità che si rivelasse un flop o un maldestro tentativo di emulazione del passato erano alte. Invece, non soltanto The Batman supera brillantemente la prova, ma getta le basi per un nuovo cinecomic, lontano sia dai modelli Marvel, sia dai tentativi non sempre riusciti dei precedenti film Dc.

The Batman ha una sua impronta autoriale, come e anche meglio del Batman di Nolan, e si mostra al pubblico come un thriller sofisticato, una detective story dalle forti tinte noir, in cui ogni indizio è perfettamente calibrato, per incastrarsi (e incastrarci) in un labirinto di inganni e bugie che necessitano di essere smascherate.


The Batman alterna sapientemente attimi solenni, in cui la narrazione scorre con un ritmo lento, ma non noioso, lasciando montare la tensione crescente, con la lentezza della nebbia che sale dai tombini di una Gotham sporca e distrutta, a momenti adrenalinici, in cui il ritmo procede in maniera così rapida, così violenta da lasciare senza fiato e con il sangue che pompa veloce nelle vene per l’eccitazione.

La “nuova” Gotham


La Gotham che viene fuori da questo film è una città in decadenza, preda della malavita, del sudiciume dei bassifondi e che ha lasciato indietro i suoi figli, relegandoli nell’ombra e preferendo puntare i riflettori sui rampolli giovani, ricchi, bianchi e stronzi che vivono negli ultimi piani di alti grattacieli e dimore signorili.

Una narrazione che rafforza la “denuncia” rivolta al sistema sociale avviata con il film Joker

Il quadro sociale che Reeves mostra è molto chiaro: Gotham è una polveriera che sta per esplodere, su cui si sono avventati avidamente i potenti e che ha istigato in molti un desiderio di sovvertire le regole, di spezzare il circolo vizioso di povertà e ricchezza.

Il film riprende perciò il messaggio del Joker di Todd Philips per cui i mostri che creiamo sono il risultato della malattia stessa della società, del fallimento e dell’incuria di tutti noi.

credit: MUBI


E in questo marasma si muove da un lato l’Enigmista di Paul Dano, l’elegante burattinaio che tira le fila del gioco, sfuggente, complesso e privo di scrupoli, dall’altro il Bruce Wayne di Robert Pattinson, autentica rivelazione del film.

Allontanatosi già da anni dai ruoli di Cedric Diggory e Edward Cullen, Pattinson è riuscito a dar vita a un Bruce Wayne molto umano, ancora giovane, a tratti immaturo e incapace di accettare pienamente i suoi doveri di Wayne e non soltanto di vigilante notturno.

Un uomo spezzato, ma non rotto, dalla mente acuta e che si fa strada tra il crimine incutendo timore ma facendo uso della forza bruta, di pugni e colpi ben assetati.

Ad accompagnare Pattinson un cast di tutto rispetto

Intorno a loro un cast di comprimari a cui la sceneggiatura ha saputo regalare i giusti tempi e che anche con un minutaggio limitato li ha resi, ciascuno a suo modo, iconico e indimenticabile: dal Pinguino di Colin Farrell, altra riuscitissima interpretazione, al James Gordon di Jeffrey Wright, passando per il Carmine Falcone di John Turturro e ancora l’Alfred Pennyworth di Andy Serkis, tutti loro contribuiscono a rendere ancora più godibile le tre ore della pellicola.

Menzione a parte Selina Kyle/Catwoman di Zoë Kravitz, anch’ella ancora acerba, partner in crime perfetta per Batman, furiosa e impulsiva, dal cuore d’oro e gli artigli affilati. Zoë Kravitz le dona sfumature nuove, con un nuovo costume, più basico sicuramente ma altrettanto riuscito e un’origin Story diversa ma non meno accattivante.


Ultima, ma non meno importante, è la colonna sonora del film, curata da Michael Giacchino: maestosa, cupa, assordante, perfettamente in tono con la pellicola, è fondamentale per la riuscita di moltissime scene ed è già riconoscibile.

Cosa intende trasmettere The Batman?

The Batman porta a riflettere anche sul privilegio di cui si gode per nascita e la responsabilità che abbiamo nel riconoscerlo e farne buon uso, non elargendo semplicemente e lasciando inalterato il sistema in cui si vive, ma auspicando un reale cambiamento.

Perciò, lì dove l’uomo pipistrello è un simbolo di vendetta e paura, ora ha anche la responsabilità di infondere speranza, mostrandosi come un nuovo Batman, imperfetto e più umano.

Forse, quello di cui abbiamo bisogno ora.