Tra passato e presente: l’arte contemporanea nei palazzi storici

di Matilde Maione

Galleria d’arte italiane all’interno dei meravigliosi palazzi storici scrigni architettonici. L’arte contemporanea dialoga con il passato.

Cosa saremmo oggi senza il nostro passato?

Difficilmente possiamo immaginare una realtà presente o, perché no, futura, senza passato. Ciò che è stato si rispecchia inevitabilmente in ciò che è.

Questo perché niente esiste senza ciò che è esistito prima dell’attuale presente.

L’abbiamo potuto constatare con le invenzioni, le scoperte, le migliaia di storie fantastiche uscite da scrittori che sì, hanno guardato proprio il mondo in cui viviamo per essere ispirati.

Quando parliamo di arte succede la stessa cosa.

A volte anche le materie prime sono proprio le stesse che si utilizzavano anni ed anni fa, per scelta od esigenza, ma è da lì che provengono, dall’idea del passato.

Molte delle opere “rivoluzionarie” di oggi non sono nate dal nulla. Gli artisti hanno preso ispirazione da un evento accaduto, da un oggetto visto per caso in un luogo sperduto di questo mondo, da una parola pronunciata per caso, ma che all’artista proprio non è sfuggita.

Insomma c’è sempre qualcosa del passato nell’oggi.

Tutto questo preambolo perché?

Perché a volte in palazzi che sono sorti tanto tempo fa, che hanno una storia scritta nel passato, ospitano oggi le storie scritte nel presente (per noi che le abbiamo viste nascere, ovvio).

Quei palazzi che hanno ospitato i signori e le signore di un altro tempo, che hanno visto migliaia e migliaia di eventi, a volte spiacevoli, oggi ospitano le opere di artisti contemporanei a noi, con materiali, forme, odori, suoni che mai avrebbero immaginato di vedere.

Se potessero parlare chissà cosa direbbero.

L’Italia è piena di palazzi storici e i galleristi non si sono fatti sfuggire l’opportunità di creare questo connubio apparentemente innaturale e non in linea con le regole dell’esposizione che vuole per le opere d’arte contemporanee luoghi incontaminati, puliti e lindi, per non distogliere l’attenzione del visitatore che, spesso, si trova a dover ragionare minuziosamente su ciò che sta osservando, provando o ascoltando.

Eppure quando si entra in un palazzo storico è come se tutti i nostri sensi si accendessero.

Fuori il caos dell’oggi (che spesso ci porta a vivere in perenne stato di confusione mentale) e dentro la calma di ieri.

È come un passaggio transitorio, prepara la nostra mente a ciò che stiamo per osservare.

Una volta entrati in questi luoghi, possono esserci stucchi del ‘700, dipinti dell’800, arazzi di chissà quale periodo accostati ad opere del 21° secolo, eppure la calma ci permette di non distrarci da ciò che davvero siamo andati a vedere.

Riusciamo a comprendere tutto e meglio. Si rimane estasiati dal contrasto, ma poi ci si concentra sulla mostra che si è andati a vedere.

Sembra assurdo, ci si potrebbe perdere in questo andirivieni tra passato e presente, eppure non è così.

Abbiamo lasciato tutto fuori solcando la soglia di quel portone (sì, in genere sono grandi i portoni di questi palazzi storici, non si poteva certo risparmiare sull’ingresso di un palazzo nobiliare).

Arrivati a questo punto possiamo anche citare giusto qualche galleria (in realtà sono molte, ma quest’articolo diverrebbe un saggio) e persone che hanno scelto proprio queste “estranee” location per le loro collezioni.

Partendo dal nord scendiamo fino al sud per intraprendere un viaggio per le gallerie d’arte contemporanea in Italia. Dove? In palazzi storici, scrigni perfetti di storia, tradizioni e radici culturali.

Palazzo Marietti, Milano (Fonte: Google)

Un gallerista giovane e pieno di talento. Ha fondato la sua galleria nel 2018 in un meraviglioso palazzo neoclassico di origini rinascimentali a Piazza S. Sepolcro nel centro storico di Milano.

Il piano nobile di Palazzo Marietti ospita la sua galleria e sapete una cosa, le opere non stonano affatto con il pavimento in legno intarsiato, le decorazioni a stucco e gli affreschi.

Un ambiente luminoso e tranquillo in cui le opere e i visitatori sono cullati e trasportati come in un’oasi di pace in cui ritrovare in primis se stessi.  

(Profilo INSTAGRAM: @tommasocalabrogallety)

Palazzo Leopardi, Firenze (Fonte: Google Maps)

Palazzo Leopardi in Via della Pergola, 57. È qui che dagli anni ‘70 gli ambienti del piano terra furono lo studio dello scultore Marcello Tommasi.

Il palazzo è di impianto quattrocentesco con rimaneggiamenti del secolo successivo.

La facciata attuale risale, molto probabilmente, alla fine del ‘500 e ricalca lo stile manierista dell’epoca.

“Cinque secoli fa, in un “orto” di Via della Pergola, Benvenuto Cellini fuse lo straordinario Perseo che dalla Loggia dei Lanzi mostra la testa di Medusa a chi si trova in Piazza della Signoria”.

Sì, è proprio lo stesso luogo, che storia!

Marcello Tommasi ha lavorato qui per quasi quarant’anni, lasciando una ricca collezione di marmi, gessi e bronzi, disegni, dipinti e incisioni.

Dal 2014 i suoi spazi sono stati aperti per ospitare pittori e scultori contemporanei, ma anche eventi, presentazioni e laboratori. Insomma una vera e propria fucina di attività culturali e tantissima arte.

(Profilo INSTAGRAM: @etrastudiotommasi)

Palazzo Fantuzzi, Firenze (Fonte: Google immagini)

Nel 2013 Grazia Galdenzi e Roberto Dudine uniscono le loro forze per aprire un luogo in cui gli artisti emergenti avrebbero avuto l’aiuto, la dedizione e soprattutto l’esposizione delle loro opere per entrare in questo difficile mondo dell’arte.

Nel 2014 inaspettatamente il loro obiettivo si fa più grande come anche il palazzo. Infatti si traferiscono nel prestigioso Palazzo Fantuzzi, costruzione che venne commissionata nel 1517 dal senatore Francesco Fantuzzi.

Con questa nuova prestigiosa sede anche le iniziative si ingrandiscono, come le idee e nasce il progetto “Arte a Palazzo” che sta continuando a raccogliere favori non solo in Italia, ma anche all’estero.

(Profilo INSTAGRAM: @galleriafarini)

Rhinoceros Gallery, Roma (Fonte: dreamofitaly.com)

Nel 2018 nasce uno spazio espositivo di 800 metri quadrati nel Foro Boario, area sacra e commerciale dell’antica Roma.

“Con sei piani dedicati all’arte, dal segno forte e non convenzionale, questa architettura sempre in tensione è un motore di creatività e un luogo di cultura per produrre esperimenti in assoluta libertà”.

Gli spazi artistici della galleria sono svelati al pubblico seguendo particolari impronte lungo i sei piani del palazzo che vuole essere un esperimento a tutti gli effetti “coniugando arte e spettacolo, passato archeologico e tecnologia, con l’intento di sfidare le definizioni e le formule per essere liberi dagli schemi e dalle regole.”

(Profilo INSTAGRAM: @rhinocerosgallery)

Interno del Palazzo Zevallos Stigliano (Fonte: cosedinapoli.com)

“La centralissima via Toledo venne realizzata nel 1563 secondo le direttive del viceré don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga con il chiaro obiettivo di attrarre le famiglie nobili napoletane. 

Ed è proprio qui, nella “strada più popolosa e allegra del mondo” – come la definì Stendhal – che si staglia Palazzo Zevallos Stigliano”.

Fa parte del progetto delle “Gallerie d’Italia” una delle principali iniziative culturali realizzate da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Progetto Cultura, insieme a Milano e Vicenza.

Il palazzo presenta una collezione permanente a dir poco importante con pezzi di inestimabile valore economico ma soprattutto artistico-culturale, come il “Martirio di sant’Orsola”, ultimo capolavoro di Caravaggio o le sculture e i disegni di Vincenzo Gemito e molti altri.

Il palazzo è ricco di storia ed i suoi ambienti trasudano degli avvenimenti del passato, delle personalità che vi hanno messo piede e delle maestrie che hanno reso il palazzo uno spettacolo per la vista, soprattutto quando si alzano gli occhi al soffitto della sala d’ ingresso e ci si rende conto di essere al cospetto di un meraviglioso lucernario vetrato decorato.

Per non parlare degli stucchi, gli affreschi, tutte le decorazioni e le luci soffuse che riportano indietro nel tempo le lancette dell’orologio.

Spesso ospita mostre di arte contemporanea ed il contrasto che si crea è spettacolare.

(Profilo INSTAGRAM: @galleriditalia)

Uno dei palazzi che compongono i Quattro canti ed in cui è ubicata la galleria, Palermo (Fonte: exibart.com)

Apre nel 2005 nel cuore del centro storico di Palermo, a due passi dal famoso mercato della Vucciria, all’interno di Palazzo Gravina Filangeri di Rammaca.

 Antichi fasti nobiliari e atmosfere underground, in un palazzo all’epoca diroccato in un ambiente radicalmente popolare.

Si sposta in un altro palazzo storico restaurato, sito ai Quattro Canti, il centro nobile della città, in Via Vittorio Emanuele, fuori dal vecchio mercato.

Diventa la galleria di arte contemporanea più famosa di Palermo proponendo mostre di noti artisti di fama mondiale e di giovani siciliani attenti al valore della ricerca.

(Profilo INSTAGRAM: @francesco_pantaleone_gallery)

In conclusione la domanda è questa, se l’oggi è frutto del passato e quindi il futuro sarà il frutto dell’oggi, cosa ci troveremo nel futuro?

Tutto sta cambiando ad una velocità sovrumana, e domani potrebbero essere cambiate tantissime cose a cui siamo abituati oggi. Pensate che sia positivo tutto questo?

È vero che il detto dice: “chi si ferma è perduto”, ma non stiamo accelerando un po’ troppo?

Il mondo dell’arte sta diventando sempre più saturo, esattamente come tutti gli altri campi e viene richiesto sempre di più di correre correre come se fossimo inseguiti da un mostro invisibile.

Forse a volte dovremmo rallentare un attimo e ripensare a tutto quello che è stato fatto e si sta facendo per avere un futuro migliore.

I Michelangelo, i Leonardo, i Vasari di oggi, sembrano non vedersi da nessuna parte. 

Forse perché tutti vorrebbero esserlo e chi lo è veramente si perde, per la propria modestia, in mezzo alle volpi che ci sanno fare meglio e più velocemente con i like e i reel di instagram.