Dacia Maraini ed il suo Bagheria

di Mariachiara Leone

Bagheria di Dacia Maraini, una tra le più importanti scrittrici italiane contemporanee. Un libro all’interno della sua produzione poco conosciuto.

Dacia Maraini, una delle scrittrici più prolifiche, attive e “placidamente caparbie” che la letteratura italiana contemporanea abbia mai visto. Il libro con cui dovrebbero iniziare a conoscerla tutti i lettori: Bagheria.

Quali libri si consiglia di leggere quando si parla di Dacia Maraini?

I titoli che vengono citati assiduamente per consigliarne la lettura sono i suoi più famosi: “Donna in guerra“, “Memorie di una ladra” e “L’età del malessere“.

Pochi conoscono e consigliano invece le avvincenti storie: “Bagheria”, “Voci” oppure racconti lunghi come “L’uomo tatuato” pubblicato a Napoli da Guida editore nel 1990.

Bagheria è una città mafiosa, lo sanno tutti

Dacia Maraini

Bagheria: un romanzo autobiografico

Non c’è modo migliore per introdurre il romanzo se non citare l’incipit, uno dei migliori scritti dall’autrice e forse della letteratura italiana contemporanea.

Bagheria l’ho vista per la prima volta nel ’47. Venivo da Palermo dove ero arrivata con la nave da Napoli e prima ancora da Tokyo con un’altra nave, un transatlantico.

L’epoca in cui si svolge la storia autobiografica scritta da Dacia Maraini attraversa gli anni della fine della guerra, appunto il ’47, in poi.

La storia riguarda specificatamente gli anni in cui lei e la sua famiglia fanno ritorno in Italia dopo la liberazione dai campi di concentramento del Giappone.

“Dopo essere stata rilasciata da un campo di prigionia in Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1947 la famiglia dell’autrice – composta dal padre Fosco, dalla madre Topazia e dalle sorelle Yuki e Toni- si stabilisce in una dépendance di Villa Valguarnera di Bagheria, residenza dei nonni materni Enrico con Sonia e degli zii Orietta e Gianni”

Dacia Maraini in questo romanzo con coraggio, lucidità e semplicità descrive la miseria su due fronti opposti che collimano a Bagheria, sfondo del romanzo.

Se da una parte infatti, la scrittrice racconta le dinamiche familiari (un passaggio devastante nel romanzo è il racconto di sgradevoli episodi durante la preadolescenza perpetrate nei suoi confronti da un amico del padre), dall’altro lato descrive la miseria palpabile degli anni tra la fine della Seconda Guerra Mondiale ed una Sicilia devastata dalla speculazione edilizia (rappresentata da un prima e dopo della città di Bagheria).

Nonostante la cornice della storia sia la Sicilia, moltissime sono le tappe del viaggio della famiglia Maraini e tantissimo viene riservato ad un altro paese austero e misterioso: il Giappone.

Quello che colpisce del romanzo è l’intensità del racconto familiare. Bagheria può infatti essere letto come una saga familiare. Un nucleo composto da personaggi che non solo sono esistiti ma fanno parte della “corona” che rende la Maraini donna e scrittrice.

Però questo romanzo rappresenta anche l’esigenza, da parte della scrittrice, di voler raccontare gli anni in cui ella voleva “allontanare” la Sicilia.

Cos’è dunque Bagheria?

Un modo meraviglioso di scoprire o approfondire la scrittura e la vita di Dacia Maraini.

P.s. se dopo la lettura vi sentirete “soli” l’ottimo modo per contrastare il “vuoto” da lettura stupenda è recuperare “Un cappello pieno di ciliegie” di Oriana Fallaci.