Forma 1 è il titolo di un mensile di arti figurative pubblicato a Roma e per una sola volta il 15 marzo del 1947. Firmano il manifesto Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, in cui spiccano forti le divergenze tra due linguaggi dell’’arte italiana di quel tempo: l’Astrattismo ed il Realismo. Vediamo come nel primo si rispecchia la libertà da tutti i punti di vista e quindi non solo quella espressiva ma anche culturale e sociale, mentre nel secondo si può chiaramente vedere l’attaccamento alle radici culturali proprie del nostro paese tramite l’esempio lampante di Renato Guttuso.
La prima frase del manifesto recita così:
“Ci proclamiamo formalisti e marxisti, convinti che i termini marxismo e formalismo non siano inconciliabili […]”
Esponendo poi i seguenti concetti principali:
I) – In arte esiste soltanto la realtà tradizionale e inventiva della forma pura;
II) – Riconosciamo nel formalismo l’unico mezzo per sottrarci ad influenze decadenti, psicologiche, espressionistiche;
III) – Il quadro, la scultura, presentano come mezzi di espressione: il colore, il disegno, le masse plastiche, e come fine un’armonia di forme pure;
IV) – La forma è mezzo e fine; il quadro deve poter servire anche come complemento decorativo di una parete nuda, la scultura anche come arredamento di una stanza; il fine dell’opera d’arte è l’utilità, la bellezza armoniosa, la non pesantezza;
V) – Nel nostro lavoro adoperiamo le forme della realtà oggettiva come mezzi per giungere a forme astratte oggettive, ci interessa la forma del limone, e non il limone.