Leggende e racconti popolari italiani

di Giancarlo Di Stadio

Leggende e racconti popolari italiani. La penisola dei miti dei popoli di tutto il mondo. L’Italia crocevia di culture.

L’Italia è piena di miti e leggende. Chiunque, venga esso dall’entroterra siciliano o dalle aspre montagne del trentino, può raccontare una qualche storia leggendaria tipica del suo luogo di nascita.

E’ la conseguenza di un popolo estremamente multiculturale.

La storia d’Italia, sarebbe più corretto definirla come la storia delle Italie.

Il termine plurale, voluto, serve a ben inquadrare il complesso mosaico di lingue, culture, tradizioni che compongono quello che attualmente è lo stato italiano.

Ciò naturalmente si riflette anche nel folklore.

Dal Sud magnogreco, fino al nord celtico, passando poi per quell’epoca tanto bistrattata, ma principale momento in cui si sono formate le identità nazionali che oggi conosciamo, ossia il Medioevo.

Per arrivare infine all’età moderna, quando dietro la ragione e l’illuminismo, le vecchie credenze popolari hanno assunto forma di racconto orale, di tradizione da sussurrare a bassa voce, ma che comunque ha continuato a pervadere lo spirito (e nello spirito) tutti gli italiani.

Scindere un italiano, un abitante delle varie Italie, dalla sua tradizione folkloristica sarebbe come scinderlo dalla sua cucina.

Un napoletano è pizza e caffè, un romano gricia e carbonara, un fiorentino bistecca e lampredotto.

Così un sannita è intimamente legato al folklore sulle streghe di Benevento, un torinese alla leggenda del toro-rosso o un emiliano a quella di Azzurrina Malatesta.

D’altronde siamo il paese che ha legalmente sottoscritto un contratto con un santo.

Davanti a notai e notabili, con tanto di firma e penali (San Gennaro è legalmente vincolato ad essere patrono di Napoli, ndr) e in cui ancora oggi si cambia strada se si vede un gatto nero.

Naturalmente questo ha pesantemente influenzato l’arte e la letteratura. Esempi antichi di miti e leggende che hanno poi preso forma letteraria ne sono pieni i libri di storia e di letteratura.

Ed anche oggi, dopo un bel po’ di anni passati tra i fasti della sottovalutatissima commedia all’italiana, la vergogna dei sopravvalutatissimi cinepanettoni e la sequela di serie più o meno riuscite e più o meno realistiche sulla criminalità organizzata, la letteratura e il cinema italiano sembrano riscoprire i miti della propria terra.

Non sempre con esiti positivi, basti vedere prodotti non esattamente riusciti come Curon. Ma, accanto alle “netflixate” ci sono anche piccole perle come la canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, portata a Sanremo da Max Gazzè.

Certo, l’audiovisivo e il letterario italiano, risentono ancora di un certo complesso di inferiorità, che li porta a continuare ad inseguire temi e valori anglo-americani. Spesso sacrificando o distorcendo l’incredibile varietà del proprio folklore sull’altare di un mercato pensato in verità, ad uso e consumo di target che hanno poco a che fare con la nostra cultura.

Così abbiamo finito per dimenticarci, per tanto tempo, della nostra varietà, della nostra ricchezza, della nostra specificità.

Importato, accanto a temi e valori d’oltreoceano, anche miti e folklore altrui. Fortuna che almeno ultimamente sembra esserci una sorta di riscoperta per i nostri miti e per il nostro folklore.