Letteratura americana contemporanea: la triade imperdibile!

Letteratura americana contemporanea: la triade imperdibile! Jonathan Franzen, Don De Lillo e Philip Roth.

Letteratura americana contemporanea è sicuramente stata “marchiata a fuoco” dalle produzioni di tre grandissimi scrittori del XXIesimo secolo: Jonathan Franzen, Don De Lillo e Philip Roth.

Mettere in valigia per questa estate alcuni dei loro più apprezzati romanzi sarebbe una “mossa vincente” per non appisolarvi sotto l’ombrellone.

I consigliati dalle fenici!

1. “Crossroads”, “Purity”, “Le correzioni” di Jonathan Franzen

Jonathan Franzen è senza dubbio uno dei più grandi scrittori americani che, con i suoi romanzi, ha sicuramente fatto la differenza all’interno della letteratura americana contemporanea.

“Le correzioni” è senza dubbio considerato il capolavoro di Franzen. Un romanzo apprezzatissimo da pubblico e critica. Famoso per la sua sagacia, ironia e occhio clinico nello scandagliare i rapporti familiari, i suoi romanzi hanno prevalentemente come nucleo centrale il tema della “famiglia”.

In particolare, lo scrittore si concentra sulla famiglia borghese americana e attraverso di essa veicola quelli che sono temi caldi della società americana, non solo contemporanea ma anche degli anni scorsi.

“Le correzioni”: la discutibile moderna società americana

 

Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta a termine. ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Neanche un bambino nei giardini. querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca

incipit del romanzo

Nel panorama della letteratura americana contemporanea Franzen porta alla luce in maniera sagace ed ironicamente feroce le contraddizioni innegabili della società moderna statunitense.

Partendo appunto da una famiglia “come tante” appartenente alla classe borghese americana conduce il lettore ad una riflessione che diventa universale e tangibile e che riguarda il genere umano tutto, indipendentemente dalle proprie radici culturali, il Paese da cui proviene, la lingua che parla ecc.

Chi sono Enid e Alfred Lambert? Essi sono prima di tutto marito e moglie “in una città del Midwest americano, che trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l’uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l’altra con il desiderio di radunare per un “ultimo” Natale i tre figli che ha allevato secondo le regole rigorose e i valori dell’America del dopoguerra, attenta a “correggere” ogni deviazione dal “giusto”. Ma i tre figli se ne sono andati sulla costa orientale: Gary, dirigente di banca, è vittima della depressione e di una moglie infantile e testarda; Chip ha perso il posto all’università per “comportamento sessuale scorretto”; Denise, chef di successo, conduce una vita privata molto discutibile secondo i Lambert”.

All’epoca dell’uscita il romanzo fu un vero e proprio caso letterario che valse nel 2011 a Franzen il National Book Award. Pubblicato negli Stati Uniti qualche giorno prima della tragedia dell’11 settembre, “Le correzioni” scalò le classifiche arrivando al primo posto tra i best seller.

Il successo del romanzo è senza dubbio dovuto alla bravura di Franzen nel rendere una storia familiare dai risvolti davvero tristi “piacevole da leggere” e “leggero” grazie all’ironia e lo stile di scrittura. Nucleo centrale del romanzo come sopradetto sono i Lambert. Marito e moglie cercano di “correggere” i propri figli allontanandosi da possibili strade pericolose per crescerli quasi come proiezioni dei propri desideri da genitori. D’altra parte i figli compiono un ulteriore “lavoro di correzioni” su se stessi, sui genitori e sulle persone che li circondano.

Le premesse dunque sono tutto fuorché rosee e vengono affiancate da un’altra tipologia di “correzioni”, quelle che investono la società e la cultura americana.

…ci sono quelle del mercato finanziario della new economy, che subisce perenni oscillazioni; quelle della scienza, che tenta di guarire ogni squilibrio ma anche di attenuare coscienza e sentimenti; quelle della gastronomia, che si avventura in territori nuovi e imprevedibili; persino le «correzioni» della scrittura che abbandona l’illusoria sicurezza delle agenzie letterarie per sperimentare dal vero le correzioni politiche vissute dall’Est europeo in seguito alla caduta del regime sovietico. Tutte queste svolte fondamentali incombono sul presente, gravide di conseguenze.

La domanda a cui tenta di rispondere con questo romanzo Franzen è “che ne sarà allora della società?”.

La risposta viene data al lettore con una metafora a conclusione del romanzo che per ovvie ragioni resta celato a chi non ha ancora letto il romanzo.

Altro indiscusso “romanzone” è “Purity” che in Italia non ha sortito lo stesso successo del sopracitato romanzo di Franzen.

Questo forse è dovuto alla decisione dello scrittore di immedesimarsi in una protagonista femminile molto “respingente” o per meglio dire un tipo di personaggio femminile che non scimmiotta al lettore e con la quale non si riesce ad empatizzare e, la protagonista stessa non ha nessuna intenzione di “voler essere compresa” in scelte, stile di vita, errori compiuti ecc.

“Purity”: i personaggi “fastidiosi” di Franzen

 

Oh, micetta, come sono contenta di sentire la tua voce, – disse la madre della ragazza al telefono. – Il corpo mi tradisce di nuovo. A volte penso che la mia vita sia solo una lunga serie di tradimenti corporali.

incipit del romanzo

Un romanzo in cui lo scrittore riveste con la narrativa, e dunque la storia della protagonista e dell’organizzazione per la quale inizia a lavorare, temi politici, ambientali ed etici delicatissimi che vengono veicolati attraverso una scrittura accattivante, ironica, “leggera”.

Alcune delle pagine di questo romanzo sono infatti una vera e propria goduria letteraria non solo per lo stile ma anche per la riflessione che trascina con se il lettore.

Chi è Purity dunque e perché ci è così tanto “antipatica” così come la maggior parte dei personaggi di Franzen?

La giovane Purity Tyler, detta Pip, non conosce la sua vera identità. Sua madre, per un motivo misterioso, non vuole rivelarle chi è suo padre, l’uomo dal quale è fuggita prima che Pip nascesse, cambiando nome e ritirandosi a vivere nell’anonimato tra i boschi della California settentrionale. Pip è povera: ha un pesante debito studentesco da ripagare e vive in una casa occupata a Oakland, frequentata da un gruppo di anarchici. Ed è proprio lì che incontra Annagret, un’attivista tedesca che le apre le porte di uno stage con il Sunlight Project, l’organizzazione fondata dal famoso e carismatico Andreas Wolf, un leaker rivale di Julian Assange, allo scopo di rivelare i segreti dei potenti. Pip parte per la Bolivia, dove ha sede il Sunlight Project, con la speranza di poter usare la tecnologia degli hacker per svelare il segreto dell’identità di suo padre. Ma l’incontro con Andreas Wolf si rivela sconvolgente per molti motivi. Anche Andreas ha un terribile segreto nascosto nel suo passato, negli anni in cui viveva a Berlino Est come figlio ribelle di una madre squilibrata e di un padre pezzo grosso del Partito Comunista. Lo rivela proprio a Pip, con la quale instaura una relazione intensa e morbosa. Forse i suoi moventi segreti sono legati a Tom Aberant, il giornalista di Denver per il quale Pip andrà a lavorare dopo lo stage con il Sunlight Project, destabilizzando la relazione di Tom con la sua compagna Leila e portando un grande sconvolgimento anche nelle loro vite…

Con “Crossroads”, uscita “recente” dello scrittore in libreria, attesissimo dai lettori dello scrittore, Franzen “mette la ciliegina sulla torta” alla sua carriera letteraria. Altro romanzo familiare, altra famiglia americana da seguire ma che questa volta accompagnerà il lettore nel corso degli anni.

Questo rappresenta infatti il primo romanzo di una serie che Franzen dedica alla Storia americana. Infatti, come da sempre ha abituato lo scrittore, attraverso la storia di una famiglia “disastrosamente” affascinante, accompagna i lettori attraverso quella che è la Storia americana in particolare legata ad alcuni “nervi” scoperti e ferite tutt’altro rimarginate per gli americani (es. la guerra in Vietnam ecc.).

“Crossroads”: omaggio alla Storia americana

 

In Crossroads (crocevia), a farla da padroni sono i componenti della famiglia Hildebrandt il cui capofamiglia è un pastore della chiesa locale di New Prospect, Chicago.

“Sono i giorni dell’Avvento dell’anno 1971, a New Prospect, Chicago, ma la famiglia Hildebrandt non sembra ansiosa di festeggiare il Natale. Russ, pastore di una chiesa locale, desidera un unico regalo: passare qualche ora in compagnia di Frances Cottrell, una giovane, adorabile parrocchiana che mette a dura prova la sua fede e il suo matrimonio. Sua moglie Marion sa che i tempi turbolenti non garantiscono la stabilità coniugale, e teme che i brutti segreti che ha sempre nascosto a Russ stiano per venire a galla. Rifiutando il pacifismo del padre, Clem, il figlio piú grande, vuole partire volontario per il Vietnam, non perché non sia lui stesso pacifista, ma perché non sopporta di essere un ragazzo bianco privilegiato. Sua sorella Becky, la ragazza piú popolare della scuola, sta cercando di attirare l’attenzione di Dio e insieme quella di un giovane cantante folk, Tanner Evans, il primo che a New Prospect si è fatto crescere i capelli e ha iniziato a indossare pantaloni a zampa d’elefante. Per impressionare Tanner e irritare suo padre, Becky è entrata in un gruppo giovanile, Crossroads, animato da un altro pastore, Rick Ambrose, figura carismatica e manipolatrice, e bestia nera di Russ. Del gruppo fa parte anche il terzo figlio, Perry, un adolescente problematico e geniale, che per Natale ha deciso di smetterla per sempre con la marijuana e diventare un bravo ragazzo: ma non sempre i buoni propositi producono i risultati voluti. Da Natale fino alla Pasqua successiva, ognuno degli Hildebrandt sognerà per sé una vita diversa, un nuovo amore o un antico amore ritrovato, o una qualche sostanza stupefacente che metta a tacere i campanelli d’allarme. Il matrimonio di Russ e Marion era iniziato vent’anni prima, per entrambi nel segno della rinascita dopo una caduta. Ora un’eredità sgradita, scritta nei geni, chiede d’essere riscossa, riducendo in cenere sogni e speranze. Richiedendo lo sforzo di tutti per una nuova, difficile rifondazione”.

Altro scrittore magnifico i cui romanzi sono assolutamente da leggere è Don De Lillo.

Amato da molti, odiati da altrettante moltitudini di lettori, Don De Lillo è uno scrittore che fa sempre e piacevolmente discutere critici, lettori e professionisti del settore editoriale mondiale.

2. Don De Lillo: “Americana”, “Underworld”, “Il silenzio”

Con origini italiane Don De Lillo si è fatto strada nella letteratura americana contemporanea diventando ben presto uno scritture di punta della sua generazione ed un punto di riferimento per altre generazioni di scrittori americani.

Con “Americana”, da uno scossone al panorama letterario americano ponendo l’attenzione sul suo “modo di vedere le cose”.

Storia e curiosità sul romanzo: “Americana”

 

Non era più una strada ma un mondo, un tempo e uno spazio di cenere in caduta e semioscurità. Camminava verso nord tra calcinacci e fango e c’erano persone che gli correvano accanto tenendosi asciugamani sul viso o giacche sulla testa. Avevano fazzoletti premuti sulle bocche.
incipit del romanzo
Pubblicato per la prima volta nel 971 e revisionato dallo stesso autore nel 1989, il romanzo tratta le vicende di “David Bell. Nonostante sia poco più che ventenne è già manager di una grande rete televisiva. All’apice del successo il giovane trova però davanti a sé un vuoto insopportabile che lo spinge ad allontanarsi da Manhattan per intraprendere un viaggio nel cuore dell’America, a bordo di un vecchio camper e con la cinepresa sempre a disposizione, accompagnato da tre stravaganti soggetti. Scopo del viaggio è riprendere la vita della gente comune nelle piccole città di provincia, catturando i volti veri, la rabbia, i conflitti che animano il paese, tutto quello che la televisione ignora o mimetizza, cioè la realtà. È il film della sua vita, il tentativo folle, e commovente al tempo stesso, di scrivere un pezzo di storia americana”.
Altro romanzo con il quale definitivamente Don De Lillo si “impone” nel panorama letterario americano è “Underworld”.

“Underworld”: il capolavoro della letteratura americana contemporanea?

Qualcuno ritiene che con “Underworld” ci si trovi di fronte al “capolavoro della letteratura contemporanea americana”. Che lo si ritenga o meno tale, leggendolo si ha sicuramente l’impressione di avere a che fare con un grande romanzo americano. Una cosa certa è che come descrive l’America Don De Lillo, nessuno o pochissimi mantengono una “lucidità” e precisione quasi “chirurgica” nell’analizzare la tragedia della disillusione del “sogno americano” ecc.
In “Underworld” Don De Lillo consegna al lettore un romanzo che “fa esplodere la storia, i miti e la vita quotidiana dell’America del dopoguerra e ne ricompone i resti. In una vorticosa alternanza di epoche e figure, DeLillo costruisce un puzzle di sequenze narrative dove protagonisti e comparse hanno lo stesso spazio, dove personaggi di finzione convivono con Lenny Bruce e con J. Edgar Hoover, il potente capo dell’Fbi. Seguendo i passaggi di mano di una pallina da baseball, cimelio di una famosa partita tra Giants e Dodgers, si finisce da una costa all’altra, da un’etnia all’altra, in un destino collettivo dominato dalle immagini e dai rifiuti. Scorie nucleari, pattume generico, feticci sentimentali, erotici, artistici”.
Recentemente pubblicato è poi il romanzo “Il silenzio” che è più una chicca da recuperare se si è già “avuto a che fare” con lo stile di scrittura di Don De Lillo.

“Il silenzio”: la tecnologia digitale ammutolisce. Internet tace

 

 

In questo romanzo, il meno incisivo tra le opere letterarie di Don De Lillo, si riflette su cosa accadrebbe se letteralmente Internet tacesse e la tecnologia smettesse di funzionare.

In particolare il lettore si troverà immerso nella “Manhattan del 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento nell’East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di ritrovata normalità. Poi, all’improvviso, non annunciato, misterioso: il silenzio. Tutta la tecnologia digitale ammutolisce. Internet tace. I tweet, i post, i bot spariscono. Gli schermi, tutti gli schermi, che come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza, diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?) L’aereo è costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. Cosa sta succedendo? È l’inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco terroristico? Un incidente? O è il collasso della tecnologia su se stessa, sotto il proprio tirannico peso? È l’apparizione di un buco nero, l’aprirsi di una piega dello spazio e del tempo in cui le nostre vite scivolano inesorabilmente?”.

Consiglio extra: “Rumore bianco”

Altro grandissimo scrittore che chiude la triade di scrittori americani da recuperare se ci si vuole immergere all’interno della letteratura americana contemporanea è Philip Roth.

3. Philip Roth: “La macchia umana”, “Pastorale americana”

Philip Roth, prematuramente scomparso, è stato uno scrittore geniale che ha apportato al mondo letterario internazionale un enorme valore aggiunto grazie ai suoi romanzi. ù

Con uno stile di scrittura, riconoscibile alle “prime battute”, tra i romanzi di Philip Roth più letti ed apprezzati vi sono sicuramente “La macchia umana” e “Pastorale americana” (di cui vi è una trasposizione cinematografica con Ewan McGragor).

“La macchia umana”: il manifesto crudele e amaro di Roth al genere umano

Nel romanzo “La macchia umana” di Roth, il lettore farà la conoscenza deI professor Coleman Silk. Silk da cinquant’anni nasconde un segreto, e lo fa così bene che nessuno se n’è mai accorto, nemmeno sua moglie o i suoi figli. Un giorno però basta una frase (anzi una sola parola detta per sbaglio, senza riflettere) e su di lui si scatenano le streghe del perbenismo, gli spiriti maligni della “political correctness”. Allora tutto il suo mondo, la sua brillante vita accademica, la sua bella famiglia, di colpo crollano; e ogni cosa che Coleman fa suscita condanna, ogni suo gesto e ogni sua scelta scandalizzano i falsi moralisti. Non c’è scampo perché “noi lasciamo una macchia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui”.

Non c’è scampo per il lettore, non c’è angolo, stanza, situazione nella quale potrà rifoggiarsi mentre viene messo crudelmente a nudo dallo scrittore senza remore. Una nudità reciproca, quella dello scrittore, del protagonista ed infine del lettore stesso che, alla fine del romanzo, lo “nasconderà” magari tra gli scaffali della libreria, perché “disturba anche da chiuso”.

Altro famosissimo romanzo dello scrittore è “Pastorale americana”.

“Pastorale americana”: la demolizione di ogni stereotipo sulla grandezza dell’America

Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo. Era magico il nome, come l’eccezionalità del viso. Dei pochi studenti ebrei di pelle chiara presenti nel nostro liceo pubblico prevalentemente ebraico, nessuno aveva nulla che somigliasse anche lontanamente alla mascella quadrata e all’inerte maschera vichinga di questo biondino dagli occhi celesti spuntato nella nostra tribù con il nome di Seymour Irving Levov.

incipit del romanzo

Quattrocento pagine che resteranno a lungo scolpite nella mente dei lettori. Quattrocento pagine che letteralmente smantellano stereotipi sulla “grandezza dell’America” e se, Franzen vi sembrerà ironicamente feroce nel descrivere miti e contraddizioni statunitensi, Roth con le sue riflessioni scardinerà con violenza sagace, pezzetto dopo pezzetto, quelli che da sempre l’Europa considera “gli amici” americani.

Seymour Levov è alto, biondo, atletico: al liceo lo chiamano «lo Svedese». Ebreo benestante e integrato, ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e di gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam, esplose negli Stati Uniti, non coinvolgono anche lui, e nel modo più devastante: attraverso l’adorata figlia Merry, decisa a «portare la guerra in casa». Letteralmente. Ma Pastorale americana non si esaurisce nell’allegoria politica; è un libro sulla vecchiaia, sulla memoria, sull’intollerabilità di certi ricordi. Lo scrittore Nathan Zuckerman, fin dall’adolescenza affascinato dalla vincente solarità dello Svedese, sente la necessità di narrarne la caduta. E ciò che racconta è il rovesciamento della pastorale americana: un grottesco Giudizio Universale in cui i Levov, e i lettori, assistono al crollo dell’utopia dei giusti, al trionfo della rabbia cieca e innata dell’America.

La letteratura americana contemporanea rappresenta, grazie anche a questi tre grandissimi scrittori, una miniera d’oro per il recupero di grandissimi romanzi e “Pastorale americana” ne è una prova innegabile.

Consiglio extra: La serie tv tratta da “Il complotto contro l’America”