Sotto il profilo artistico alcune scene, soprattutto quelle che si svolgono all’interno del cinema e all’interno dell’ambulatorio dentistico sono meravigliose. Il gioco poi che il regista compie sull’oggetto della dentiera che appartiene alla parte del corpo umano che è la bocca, dalla quale scaturiscono pettegolezzi e cattiverie quanto benevolenza e idee, è sapientemente calibrato e reso quasi surreale tanto quanto un’opera di Dalì.
Importante elemento che caratterizza il film è anche la “scomparsa”, quella fisica e poi emotiva di uno dei ragazzi, che svela retroscena della rete di famiglie che compongono la comunità e che porta inevitabilmente al finale del film. Anche in questo caso si ricorre ad un “simbolo” ossia il melograno.